Luis Abinader, presidente della Repubblica Dominicana, non cambia idea: “La RD continuerà con la sua politica di deportazione di massa di cittadini haitiani privi di documenti, perché la sicurezza nazionale è importantissima per il nostro Paese”.
“Continueremo a deportare coloro che sono per strada, senza lavoro, la sicurezza nazionale viene prima di tutto”, ha aggiunto Abinader, “lo faremo finche’ non ci sara’ la normalita’ ad Haiti e da li’ potranno ottenere i permessi di lavoro”.
Il governo e’ in trattative con produttori di articoli come canna da zucchero, banane e riso, di cui la manodopera haitiana rappresenta oltre l’80%, per dare seguito ai “numerosi permessi” che hanno concesso agli haitiani per lavorare nel Paese, ma non hanno potuto rinnovarli a causa dell’instabilita’ di Haiti.
Ma Abinader avverte: “Dobbiamo anche considerare che i produttori di canna da zucchero e di riso hanno meccanizzato i loro raccolti e questa e’ la strada che dobbiamo seguire”.
Nella sua consueta conferenza stampa del lunedi’ al Palazzo Nazionale, Abinader ha negato che lui e il ministro degli Esteri dominicano, Roberto Alvarez, si siano incontrati lo scorso settembre a New York – nel quadro dell’Assemblea generale dell’Onu – con il primo ministro haitiano, Garry Conille, ormai destituito, e il suo ministro degli Affari Esteri Dominique Dupuy, come hanno espresso settori dell’opposizione.
“Qualsiasi decisione tra la Repubblica Dominicana e Haiti nelle loro relazioni, la rendiamo pubblica, sono speculazioni. Se ci sara’ una decisione che riguarda il Paese in relazione ad Haiti, sara’ sempre pubblicata e resa nota”, ha detto.
Mercoledi’ scorso, Dupuy si e’ rallegrato per la riduzione delle deportazioni dei suoi connazionali residenti nella Repubblica Dominicana con status di immigrazione irregolare e ha affermato che aspira a un dialogo franco e rispettoso con questo paese frontaliero.
“Accogliamo con favore la riduzione delle deportazioni, il risultato dei nostri sforzi e della nostra solidarieta’ con i nostri alleati. Haiti aspira ad un dialogo franco e rispettoso con il governo di Santo Domingo, per un’associazione in cui ogni nazione trova i suoi vantaggi”, ha affermato l’haitiano ministro degli Esteri sul suo account X.
Tuttavia, quello stesso giorno, il ministro dominicano degli Interni e della Polizia, Faride Raful, ha smentito “categoricamente” cio’ che Dupuy ha detto sulla riduzione delle deportazioni.
“La politica dell’immigrazione e’ un diritto sovrano di ogni Stato. Nessun paese o organizzazione internazionale ha il potere di interferire nelle decisioni interne della Repubblica Dominicana”, ha scritto l’alto funzionario su X.
Raful ritiene che la politica d’immigrazione della Repubblica Dominicana sia un diritto sovrano e non negoziabile.
“Neghiamo categoricamente qualsiasi affermazione su una presunta riduzione dei rimpatri su richiesta di Haiti. Le dichiarazioni del ministro degli Esteri haitiano sono false e cercano di interferire nei nostri affari interni”, ha detto il ministro.
Il Consiglio di Sicurezza e Difesa Nazionale, presieduto dal presidente Luis Abinader, ha annunciato alla fine di ottobre l’immediata esecuzione di un’operazione con l’obiettivo di rimpatriare fino a 10.000 migranti alla settimana. Questa operazione mira a ridurre l’eccesso di popolazione migrante percepita nelle comunita’ dominicane e sara’ realizzata secondo rigidi protocolli che garantiscano il rispetto dei diritti umani e della dignita’ dei rimpatriati, ha annunciato il Governo.