Luis Abinader, presidente della Repubblica Dominicana, ha annunciato una serie di misure per contrastare la migrazione irregolare proveniente da Haiti, tra cui l’aumento di agenti alla frontiera e il divieto di assumere persone senza regolare permesso di soggiorno.
Abinader ha nuovamente accusato la comunità internazionale di non fare abbastanza per risolvere la crisi di sicurezza in corso ad Haiti, con cui la Repubblica Dominicana condivide l’isola Hispaniola.
“Sappiamo che Haiti attraverso l’ora piu’ buia della sua storia, per una crisi multifattoriale. Una crisi di sicurezza, per le bande criminali che controllano il suo territorio, una crisi ambientale, per la deforestazione e la mancanza d’acqua; una crisi economica, per la carenza nella produzione”, ha esordito il presidente, parlando di Haiti come di una “minaccia” alla stabilita’ del proprio Paese.
In questo senso le 15 misure annunciate servono a “proteggere la repubblica Dominicana e assicurare il rispetto delle sue leggi”.
Oltre all’aumento della vigilanza – con 1.500 militari in piu’ alla frontiera – il presidente ha annunciato che verranno accelerati i lavori al muro di confine, per aggiungere 13 chilometri ai 54 gia’ esistenti.
Inoltre, il governo proporrà una riforma del quadro legale sulla migrazione, aumentando le sanzioni ai funzionari del governo (civili e militari) che facilitino l’ingresso di migranti senza documenti e alle organizzazioni che contribuiscono al traffico di persone.
Abinader ha anticipato anche che verranno introdotte sanzioni per nuove tipologie di infrazioni, come affittare un appartamento o assumere migranti irregolari.
Altre misure riguardano il rafforzamento degli uffici adibiti al controllo migratorio in tutte le province, per ampliare la capacità operativa della direzione generale delle migrazioni (Dgm); l’istituzione di un ufficio della procura specializzato in affari migratori e la creazione di un osservatorio cittadino sul funzionamento delle politiche migratorie.
Il governo intende anche aumentare la collaborazione con Paesi vicini, per rendere “più efficienti” i rimpatri, e stabilirà un protocollo per le strutture sanitarie che prevede di identificare i pazienti tramite documenti, permesso di soggiorno per lavoro e contratto di domicilio.
In caso di mancato possesso di tali requisiti, al paziente verrà chiesto il pagamento di una tariffa e, una volta curato, verrà rimpatriato nel Paese d’origine.
Dalla morte del presidente Jovenel Moise, nel 2021, ad Haiti si e’ innescata una crisi politica tuttora in corso. Il Paese da allora e’ senza costituzione, senza un presidente e senza un governo e conta solo con organismi di transizione come il Consiglio presidenziale di transizione (Cpt) e un consiglio dei ministri guidato da un premier a interim.
Nel frattempo le bande armate hanno intensificato il controllo di oltre l’80 per cento della capitale del Paese, Porto Principe, e alla crisi politica si e’ aggiunta una crisi di sicurezza, umanitaria e alimentare.
Il consiglio di transizione (Cpt) ha intenzione di organizzare le elezioni entro la fine del 2025, mentre il Paese cerca di stabilizzarsi anche grazie alla presenza di una missione multinazionale di sicurezza guidata dal Kenya.