“A quarantaquattro anni sono già un ex”. A scriverlo è Matteo Renzi nel suo libro ‘Un’altra strada’, che inizia proprio con queste parole. “E’ un inno all’ottimismo”, sottolinea il senatore semplice del Pd, che poi prosegue: “Sono ottimista perche’ credo nell’Italia. Ci credo oggi piu’ di ieri. Non lo facevo per finta quando guidavo il Governo. E dunque ci credo ancora oggi. Nonostante i colpi terribili che il populismo economico e di politica estera sta dando alla nostra credibilita’. Sono ottimista perche’ la politica vincera’ sul populismo. La cultura vincera’ sull’ignoranza. La verita’ vincera’ sulle Fake News. L’Europa vincera’ sul nazionalismo. Il lavoro vincera’ sull’assistenzialismo. E alla fine il futuro avra’ la meglio sulla paura”.
Nella sua ormai tradizionale enews, Renzi pubblica un breve capitolo del suo nuovo libro.
“A quarantaquattro anni sono gia’ un ex. Ex di molte cose. Ho un curriculum fitto di incarichi inattesi, inimmaginabili anche nei sogni piu’ belli di un giovane liceale fiorentino. Nessuno mi portera’ via tutto quello che in questi dieci anni abbiamo fatto, dalle sfide vinte nella mia citta’ all’esperienza dell’esecutivo, premier piu’ giovane e governo tra i piu’ longevi dell’esperienza repubblicana. Ma a quarantaquattro anni ho anche molti futuri diversi davanti a me. E mi appaiono tutti affascinanti. Non riesco quasi a giustificare il mio entusiasmo per il domani, la curiosita’ per le tante occasioni che questo mondo, pazzo e bellissimo, puo’ riservarci”.
“Ho dato tanto in questi anni, ma ho ricevuto molto di piu’. E la verita’ e’ che adesso sono un uomo felice, desideroso di vivere il domani, di costruire il domani”.
“Nel libro provo a raccontare che cosa sia questo ‘domani’. E saro’ grato a chi di voi vorra’ darmi suggerimenti e critiche dopo aver letto il testo. Ho fissato una decina di presentazioni, compresa quella di Firenze. Ci vedremo infatti nella Sala Rossa del Palazzo dei Congressi. E ci vedremo il 15 febbraio, esattamente dieci anni dopo la serata della vittoria delle primarie fiorentine. Ritornare, dieci anni dopo, sul luogo del delitto, dove la candidatura fu annunciata, non e’ un tributo alla nostalgia ma il desiderio di scrivere una storia nuova, un nuovo inizio, un’altra strada insomma”.