Matteo Renzi, segretario Pd, ospite a Porta a Porta, quando Bruno Vespa gli chiede di una possibile intesa post voto tra Partito Democratico e Silvio Berlusconi, risponde così: “Lo deve chiedere a Berlusconi”.
Ma se Berlusconi dopo il voto mollasse Salvini e si alleasse con il Pd? “Questa non è fantapolitica, questa è Beautiful. Che senso avrebbe questo, se uno si presenta alleato insieme al voto? Noi con D’Alema abbiamo rotto. Chi vuole votare D’Alema non vota il Pd, perché si litigava tutti i giorni. Io questa cosa qui la chiamo serietà”.
A proposito della telefonata con De Benedetti sulla riforma delle Popolari: “Tutto quello che ho fatto è pubblico e nella specie, essendo stato sentito come testimone, nelle mani della Procura. Nelle vicende tra Berlusconi e De Benedetti non metto bocca, dico solo che quello che abbiamo fatto è perfettamente lecito, se qualcuno ha commesso reati lo valuta la Procura, quello era un provvedimento di cui si parlava da tempo persino su ‘Repubblica’, c’è assoluta trasparenza e mi sembra l’ennesima puntata di un film su cui si continua a ricamare”.
Su Virginia Raggi: “Se fai il sindaco non ti occupi di Spelacchio, ti occupi della città, dei rifiuti. I cittadini italiani pagano per Roma, è una città speciale. La discussione non è cosa fa il governo per Roma, il punto vero è che se hai i rifiuti li devi togliere”.
Gentiloni candidato? “Paolo Gentiloni ha fatto il presidente del Consiglio molto bene, con uno stile diverso dal mio, proseguendo sulla strada dei risultati che insieme abbiamo condiviso, abbiamo lavorato in complementarietà, segno di una squadra plurale e forte: uno a centrocampo, uno in attacco e il pallone se lo passano”.
“Cosa farà Gentiloni lo scoprirete il 29 gennaio, quando presenteremo le candidature. Quello che è importante è che Gentiloni si presenterà con il simbolo del Pd, il dibattito sul collegio lo scioglie il presidente del Consiglio, non io. Noi siamo disponibili a tutte le soluzioni”.
Una moratoria delle promesse elettorali? “Io me la sento di prendere questo impegno. Ma il termine di paragone che viene utilizzato è incredibile“.
“Le proposte elettorali del reddito di cittadinanza valgono più o meno 100 miliardi di euro: la versione mignon tra i 15 e i 20 miliardi, ma la proposta ampia vale 80 miliardi, più 10 miliardi di quota 41 proposta oggi da Di Maio”.
“Berlusconi non bada a spese: con flat tax, pensioni a mille euro, reddito di dignità, le dentiere e tutto ciò che ha a che vedere con la Fornero siamo sopra i 200 miliardi”. “Il canone vale 1,4 miliardi. Ma aggiungo: per piacere, non mettete il canone tra le promesse ma tra i risultati. Non mi interessa in questo momento stare sul canone ma mi interessa che se si paga tutti si paga meno”.
“Per finanziare il nostro programma non c’e’ bisogno di aprire una rivendicazione con l’Europa. Il punto e’ un altro: e’ che le politiche di austerity sono sbagliate. Io voglio che l’Europa faccia una riflessione seria su quello che accade nei prossimi dieci anni”.