Al centro congressi di via Alibert a Roma, la direzione del Partito democratico, allargata a parlamentari e segretari regionali. Nella sala al fianco del segretario Matteo Renzi, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. La direzione viene aperta dall’inno di Mameli.
“Se vai su Google e digiti ‘resa dei conti del Pd’ emerge un dato sconvolgente: anche basta, amici e compagni, diamoci una regolata tutti insieme. Non è immaginabile che ancora una volta tutto venga rimesso in discussione” così il segretario del Partito democratico, Matteo Renzi nel corso del suo intervento alla direzione Pd, aggiungendo: “Io mi sono dimesso. Se l’errore principale è stata la personalizzazione, e io non credo sia stato l’errore principale, vorrei permettere almeno di depersonalizzare il post referendum. La politica italiana è totalmente bloccata da due mesi a questa parte”.
“A chi dice ‘o fai il congresso prima delle elezioni o me ne vado’, rispondo che mi sembra un ricatto morale e che io sono difficilmente incline a cedere ai ricatti. Tuttavia, credo che sia buon senso di chi ha la responsabilità accettare di svolgere il congresso prima delle elezioni”. Così il segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi, parlando alla direzione nazionale del partito. “Quando si andrà a votare? Non lo decido io. Io dico: da qui a un anno massimo si vota. Facciamoci trovare pronti”, sottolinea il segretario Pd.
“A chi si e’ candidato alla guida del Pd un augurio, in bocca al lupo, ma chiedo un po’ di rispetto non tanto per me ma per i nostri iscritti; ripartiamo dai nostri valori”. “Io nei prossimi mesi voglio andare in giro senza cerimoniali, andando a scovare i talenti migliori per questo partito e per le liste di domani, penso che si debba avere il coraggio di dire che in questo percorso di costruzione dal basso dovremo spalancare porte e finestre”.
Dunque no a scissioni, “non voglio le scissioni”, e sì al congresso prima delle elezioni.
Dopo la direzione del Pd di oggi, che prende il via proprio in questi minuti, Matteo Renzi invierà una lettera agli iscritti di cui i giornali, dal Corriere della Sera a Repubblica, alla Stampa, riportano alcuni stralci.
“Da troppe settimane la discussione interna del nostro partito è totalmente incardinata sulle polemiche – scrive Renzi -. E’ come se la sconfitta referendaria avesse riportato indietro le lancette dell’orologio: caminetti, correnti, equilibri interni. Tutta la politica italiana sembra tornata alla Prima Repubblica”. Dunque “bisogna rilanciare l’idea del Pd come motore del cambiamento” ma “per farlo abbiamo bisogno di due cose, un grande coinvolgimento popolare e una leadership legittimata da un passaggio popolare – sottolinea il segretario -. Ma abbiamo anche bisogno che chi perde il congresso o le primarie il giorno dopo rispetti l’esito del voto. Essere democratici non significa solo chiedere i congressi ma anche rispettarne i risultati quali essi siano”.
Intanto, a quanto si apprende, il presidente del consiglio Paolo Gentiloni partecipera’ alla direzione del Pd convocata per questo pomeriggio alle 14 e 30. La direzione e’ stata allargata dal segretario Matteo Renzi anche ai parlamentari e ai segretari regionali. Alla riunione parteciperanno anche molti esponenti del governo, a cominciare dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan.
Il Pd lavora per poter puntare al 40%. “Un fronte riformista guidato da Matteo Renzi se ha una politica forte e coesa puo’ arrivare al 40%” dei consensi alle politiche. Lo ha detto il vicepresidente del Partito democratico, Matteo Ricci, su RaiNews24. L’obiettivo resta quello.
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