“Otto e mezzo” è il programma condotto da Lilli Gruber che si aggiunge a “Di martedì”, “Piazza pulita”, “Bersaglio mobile”, con il troppo chiaro obiettivo di favorire Grillo e i suoi adepti e stangare Renzi e il suo PD. Gli invitati alla mensa del signore – Cairo – per intenderci, sono sempre gli stessi, Andrea Scanzi e MarcoTravaglio in primis, egregiamente coadiuvati dalle comparse di turno, tutti rigorosamente antirenziani.
Venerdì sera dalla Gruber c’era Tommaso Cerno, direttore de L’Espresso, severo fustigatore di costumi e fortunato destinatario di segreti istruttori succulenti, che vengono rivelati chissà perché solo a lui e ai giornalisti del Fatto Quotidiano.
Matteo Renzi era la vittima sacrificale: chiamato ufficialmente a difendersi dalle notizie di stampa riguardanti suo padre, in realtà avrebbe dovuto soccombere sotto i colpi inferti dalla coppia inquisitrice, e mostrare al Paese la sua fragilità nell’imminenza delle primarie del suo partito. Ma l’ex premier ed ex segretario PD, che punta orgogliosamente a riprendersi premierato e segreteria, ha dominato la scena con la solita strategia dell’’attacco, lasciando ai due pochi spazi di polemica. Nessuna parola rivelatrice sul padre Tiziano, forte attestato di stima nei confronti dell’amico Luca Lotti. Così è se vi pare.
Dopo il duello, anzi il triello, che ha soddisfatto le curiosità di molti, pochi saranno rimasti a seguire Mentana e il suo Bersaglio mobile sugli stessi temi, insopportabilmente ripetuti e commentati da giorni. Come racconta la favola dei pifferi di montagna, Gruber e Cerno… andarono per suonare e furono suonati.
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