"Sono orgoglioso di essere a capo del governo che ha cambiato verso sulla cooperazione internazionale. Finalmente i fondi tornano a crescere: di oltre 100 milioni nel 2016, di 200 milioni nel 2017, di 300 milioni nel 2018. Anche di questo parla la stabilita’". Cosi’ il premier Matteo Renzi su Facebook, sul suo ‘Diario di bordo dall’America Latina’, a proposito della tappa in Peru’, "un Paese che sotto la guida di Humala Tasso ha tenuto assieme elementi centrali quali la democrazia, la crescita e la lotta contro la poverta’. Con il nuovo aereo Alenia Aermacchi (appena acquistato dall’esercito peruviano) abbiamo raggiunto i 3.500 metri di Cuzco e poi Machu Picchu, uno dei luoghi piu’ suggestivi al mondo. Ad accoglierci lassu’ e’ stato il premier Cateriano con una scelta simbolica: ci unisce innanzitutto la bellezza di un passato che lascia senza parole. Ma il senso piu’ profondo di questa eredita’ ci spinge a costruire futuro, non a vivere di ricordi. Per questo ho ringraziato a nome del governo i tanti italiani che lavorano in Peru’, a cominciare dalle realta’ del volontariato. Su tutte l’Operazione Mato Grosso, con Padre Ugo de Censi che ho abbracciato a nome di tutti voi: padre Ugo e’ un’istituzione da queste parti e il lavoro per i poveri e con i poveri che lui ha svolto – assieme a migliaia di volontari, spesso giovani italiani – ci rende orgogliosi e grati".
"Ma il Peru’ – prosegue Renzi – non e’ solo cooperazione culturale o internazionale: e’ anche la crescita al 6%. E il piu’ grande investimento pubblico della storia peruviana e’ rigorosamente Made in Italy: la linea due della metro e’ figlia di un consorzio guidato da Salini Impregilo con Ansaldo Sts, Breda e Italferr. Ho visitato il cantiere, felice per l’orgoglio che vivono i nostri connazionali quando con la forza dei fatti dimostrano di essere gli ingegneri piu’ bravi al mondo. E al forum con gli imprenditori ho visto centinaia di presenze perche’ gli spazi di business ci sono e sono molto interessanti! Una nota personale, infine. Ho ritrovato Don Paolo, il mio prof del liceo Dante, e don Giovanni che con lui condivide la missione a Lima. Sapere che anche nei luoghi piu’ lontani del mondo c’e’ qualcuno che ti aspetta, anche se arrivi tardi dopo tutte le cene ufficiali, e butta giu’ mezzo chilo di pasta per chiacchierare liberi, in tre, come ai vecchi tempi: io questa cosa la chiamo semplicemente amicizia", conclude il premier.
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