“Berlusconi ora dice che vuole un tavolo con me il giorno dopo la vittoria del No. Ma a quel tavolo ci trova Grillo e D’Alema, certamente non il sottoscritto. Questo deve essere chiaro”. Matteo Renzi lancia un messaggio al Cavaliere: occhio, perché se la riforma non passa tu dovrai parlare con i tuoi peggiori nemici, perché io non ci sto.
Il presidente del Consiglio e segretario Pd continua la sua campagna referendaria, instancabile. La mattina di venerdì è stato alla Inaugurazione dell’Anno accademico degli Istituti di formazione dell’Esercito a Palazzo dell’Arsenale a Torino. “La scelta delle riforme istituzionali e strutturali” come quella del mercato del lavoro “o realizzate o lasciate alla scelta dei cittadini era obbligata e coerente con la discussione politica degli ultimi trent’anni in Italia. Ora questo va declinato al futuro”, ha detto Renzi, che poi si è recato a Milano per la firma del ‘Patto per la Lombardia’.
“E’ un giorno di gioia perche’ possiamo portare a casa un bel risultato, perche’ il problema costante e’ che, in questo Paese, manca la progettualita’ degna di questo nome. Le risorse ci sono ma manca il progettare e l’attuazione”, dice Renzi durante il suo intervento a Palazzo Lombardia, a Milano. “I ‘Patti’ sono uno strumento semplice che permette di capire chi, cosa, come, quando. “Adesso, l’obiettivo e’ l’implementazione al piu’ presto possibile”.
Piccola gaffe per Renzi, quando parla di referendum. “Non e’ vero che vince chi dice sempre di no”. Così il premier riferendosi ai pessimisti ma, accortosi della gaffe, dato che il governatore della Lombardia Roberto Maroni, presente naturalmente all’evento, e’ un sostenitore del ‘No’ al referendum costituzionale, il premier rimedia con un “scusate, diciamo che non e’ vero che vince chi dice sempre che si puo’ bloccare tutto”, tra le risate della platea. “Bisogna crederci indipendentemente dai ‘Si’ e dai ‘No'”.
Poi un botta e risposta scherzoso tra il capo del governo e il governatore leghista. Maroni sottolinea che la Lombardia e’ la regione italiana con la piu’ bassa spesa pubblica pro capite: “Se l’Italia fosse la Lombardia ci sarebbe un risparmio di 25 miliardi – ha notato rivolgendosi a Renzi – Questo vuol dire introdurre i costi standard: propongo la Lombardia come benchmark, modello da utilizzare per risparmiare, spendere meglio e dare piu’ risorse ai cittadini”.
Renzi, che ha cercato sempre di non parlare di referendum durante il suo intervento, replica: “Vedremo se i cittadini vorranno i costi standard in Costituzione oppure no. Noi li abbiamo messi” nella riforma, “vedremo il responso dei cittadini”. “L’appello di Maroni sui costi standard io lo condivido in pieno”.
Intervistato dal quotidiano La Stampa Renzi, a proposito di come finirà la sfida referendaria e del proprio futuro, ha spiegato: “Ho 41 anni, ho fatto il sindaco della città più bella del mondo, sono a Palazzo Chigi da 1.000 giorni, non ho bisogno di aggiungere una riga al curriculum vitae. Quando toccherà lasciare ci si gira, ci si inchina alla bandiera, si sorride, e non si mette il broncio. La campanella (quella usata durante le riunioni del Consiglio dei Ministri, il premier uscente la consegna formalmente a quello entrante – ndr) sarà passata con un sorriso e un abbraccio a chiunque venga dopo”.
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