Matteo Renzi, in una intervista alla Stampa, afferma: “La mia forza e la mia debolezza sono state lo star fuori da certi ambienti della Roma politico burocratica: vogliono farmela pagare per i padrini che non ho e non ho mai avuto”. Ma precisa di non credere a complotti e complottardi “però mi viene da ridere – e poi da arrabbiarmi – quando mi accusano di aver messo su un sistema di potere. Ridicolo…”, “quattro o cinque toscani quarantenni o giù di lì: questo sarebbe il mio sistema di potere? Non male come accusa: soprattutto in un Paese che ha vissuto per vent’anni il clamoroso conflitto d’interessi di Berlusconi e galleggia tutt’oggi su intrecci tra banche ed editoria, credito e politica capaci di fare il bello e il cattivo tempo”.
Renzi, al Lingotto di Torino, da oggi a domenica, lancia la sua mozione congressuale nel Pd. E aggiunge: “Io non devo difendermi da nulla. Vuole che le rifaccia l’elenco dell’altra sera in tv? Eni, Enel, Ferrovie, Poste, Rai, Finmeccanica… Al vertice non c’è nessun fiorentino: e i vertici li ha nominati un governo da me presieduto. Sono sereno: le bugie hanno le gambe corte”.
“Smettiamola con questa idea metafisica di un “nuovo Renzi”… Ho fatto autocritica e sono tre mesi che giro col capo cosparso di cenere. Ora basta, è tempo di ripartire” “e se qualcuno pensasse che a fronte del momentaneo indebolimento io abbia perso energia e grinta, commetterebbe un gravissimo errore”.
Discussione su questo articolo