"Non siamo in una caserma ma il momento è delicato. La prossima settimana si vota in tanti comuni, mi attendo che ognuno di noi dia una mano. Anche i toni che useremo sono importanti". Guglielmo Epifani rivolge così il suo appello a Matteo Renzi. Il sindaco di Firenze da giorni ha preso di mira il governo Letta, invitandolo a più riprese a "non vivacchiare" e a fare le riforme che servono al Paese. Sollecitazioni che fanno breccia e contribuiscono ad alimentare le tensioni sia nel governo che nel Pd. Non è un caso che gli appelli alla calma arrivino sia da Largo del Nazareno che da Palazzo Chigi. "Questo è un governo di servizio per il Paese – incalza Epifani – quindi fare bene è meglio che fare presto". "Matteo sa bene – sottolinea il ministro dei Rapporti per il Parlamento Dario Franceschini – che le sue carte per la leadership non sono a scadenza. Se il governo viene aiutato a lavorare bene, chiunque verrà dopo sarà avvantaggiato". Parole che non sembrano frenare Renzi, partito con il suo book-tour in una sorta di campagna elettorale permanente. "Chi oggi sta in Parlamento e al governo faccia quel che deve fare – ribadisce oggi Renzi intervenendo a Radio Kiss Kiss – dimostri agli italiani che i politici non sono tutti uguali". Riforme costituzionali, dimezzamento del numero dei parlamentari, abolizione del finanziamento pubblico ai partiti e, naturalmente, una nuova legge elettorale. Sono questi i punti su cui, secondo il sindaco d Firenze, il governo si gioca la sua credibilità con i cittadini. "Non ci sono più scuse per non fare una nuova legge elettorale. Abbiamo detto tante volte che quella attuale non va bene. La legge elettorale dei sindaci è chiara". Mentre Renzi – che secondo l’ultimo sondaggio Swg, benché in calo, si conferma il politico più affidabile per gli italiani dopo Napolitano – si concentra sul governo, i parlamentari della sua area tengono sotto pressione il Pd.
E’ ancora una volta Roberto Giachetti ad affondare il colpo: "Sono circa 48 ore che esponenti del mio partito vanno in tutte le trasmissioni a dire che la mia mozione è stata intempestiva e sbagliata. A tutti io dico: volete che la ritiri? Ditemi come e quando. Ditemi qual è la proposta del Pd per superare quello che tutti state dicendo da mesi, cioè che con il Porcellum non si deve andare più a votare, e ditemi quando ne discutiamo in Parlamento. Sono domande a cui non riesco a trovare risposta".
Intanto le fibrillazioni in casa Pd non passano inosservate all’esterno, tanto che esponenti del Pdl che fino a poco tempo fa esprimevano parole d’ammirazione nei confronti di Renzi, oggi lo criticano aspramente. Tra loro Daniela Santanché: "E’ la delusione più grande che ci sia stata negli ultimi anni della politica. Sta rivelando il suo vero volto, pensa solo a se stesso ed è devastato dall’invidia per Letta. Era partito per rottamare Bersani adesso invece sta rottamando il Paese". Lo scetticismo di Renzi nei confronti del governo Letta, se fa storcere il naso all’ala governativa del partito, sembra fare proseliti in un’area considerata fino a poco tempo fa lontana dalle logiche politiche dell’ex rottamatore. Non a caso domani Renzi sarà a Roma per dare man forte alla campagna di Ignazio Marino verso il ballottaggio. Ancora meno casuale l’endorsement di Goffredo Bettini: "Il futuro del governo Letta è precario. Se andasse male l’unico candidato il Pd sarebbe Matteo Renzi, il solo a poterci far affrontare le elezioni sperando di vincerle".
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