L’Italia deve cambiare direttore marketing e direttore commerciale, perché è molto più forte di quanto non si voglia far credere. È questo lo spirito con il quale Matteo Renzi ‘affronta’ la Cina. Il presidente del Consiglio è a Pechino, incontra le più alte cariche della Repubblica Popolare e apre il Business forum che lega i due Paesi.
"La Cina corre veloce, lo sappiamo. L’Italia deve correre di più", mette in chiaro dopo l’incontro con il primo ministro cinese Li Keqiang, evidenziando "l’asimmetria" nei rapporti commerciali tra i due Paesi. Il premier ha portato con sé da Roma i dossier con i numeri. L’interscambio "è stato di 33 miliardi nel nel 2013, con 10 miliardi esportati dall’Italia e 23 dalla Cina: questo – ammette – significa che l’Italia non sta facendo tutto quello che deve fare". "Abbiamo perso 23 a 10, è una sconfitta netta", insiste.
Il presidente del Consiglio porta a casa dieci accordi bilaterali (tra cui quelli siglati dal Mise e da Ansaldo, AgustaWestland, Enel, Mou Sogin, Class editori e Invitalia), un memorandum d’Intesa tra il ministero dello Sviluppo economico e il ministero del Commercio della Repubblica Popolare Cinese per il rafforzamento della collaborazione economico-commerciale in cinque settori ritenuti prioritari da Pechino (Tecnologie verdi e sviluppo sostenibile, Agricoltura e sicurezza alimentare, Urbanizzazione sostenibile, sanità, aviazione e aerospazio) e un piano di azione triennale 2014-2016 per favorire gli scambi commerciali, la collaborazione industriale e gli investimenti, la collaborazione in abito finanziario, le visite d’affari e il turismo, con l’annuncio, da parte di Renzi, di ridurre a 36 ore il tempo di rilascio dei visti per i cinesi che vogliono far visita in Italia.
"Adesso tocca a voi. Dobbiamo far vedere quello che valiamo" aggiunge il premier rivolgendosi agli imprenditori italiani e beccandosi il loro applauso quando ribadisce che è stato spesso usata "una parola sbagliata, delocalizzare" perché "chi viene qui, viene a internazionalizzare e rendere globale il suo business".
Renzi ‘chiama’ però anche l’amico cinese. "Sono grato agli imprenditori cinesi che vorranno investire in Italia", strizza l’occhio alla delegazione orientale ma si dice "convinto" che questo tipo di investimenti diretti da Pechino a Roma "debbano crescere". Importante sarà la partecipazione cinese al vertice Asem che si svolgerà a Milano a ottobre e in occasione dell’Expo 2015: "Siamo in un anno straordinariamente importante per l’Italia – sottolinea Renzi – ed è un anno in cui la nostra partnership con la Cina può vedere una svolta reale".
Ad assicurare la collaborazione di Pechino è il primo ministro Li Keqiang, mentre è dal presidente della Repubblica popolare Xi Jinping che arriva un altro importante sostegno sulle riforme avviate dal Governo, che hanno avuto "grande rilevaza internazionale".
La visita di Renzi a Pechino proseguirà giovedì con l’incontro di altri imprenditori italiani e cinesi e con quello con il governatore della People’s Bank of China. Intorno all’ora di pranzo, quando in Italia sarà, mattina il premier si sposterà in Kazakistan, perché "il presidente del Consiglio va dove c’è da dare una mano all’Italia".
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