Aria di campagna elettorale sempre più forte. Lo scontro sarà sull’Europa, tra chi vuole più Europa e chi invece vorrebbe lasciare il recinto burocratico europeo e tornare all’autonomia degli stati. Tutti d’accordo, comunque, che l’Europa così com’è non va, bisogna ripensarla. Matteo Renzi, leader del Pd, lo sa molto bene. Per questo sottolinea: “Noi diciamo da tempo che siamo per un’Europa capace di ripensarsi. Europa sì, ma non così. Tuttavia se guardiamo gli schieramenti in campo noi siamo l’unico polo realmente europeista”.
L’attacco al leader di Forza Italia: “Pur di prendere una trentina di collegi in più Berlusconi ha imbarcato Salvini, unico caso europeo di popolari e populisti che stanno dalla stessa parte”.
Il Movimento 5 Stelle? I pentastellati “sono impressionanti nella loro assurda visione europea: propongono un referendum che non si può fare per votare no alla permanenza nell’Eurozona, sapendo che questa scelta affosserebbe la nostra economia”. Dunque? “In questo scenario – sottolinea Renzi – il centrosinistra è davvero l’unica chance di un’Italia europeista che vuole un’Europa diversa, più forte e più giusta”.
Intervistato dalla Stampa, Renzi spiega la ragione per cui ha deciso di correre per fare il senatore, proprio lui che aveva caldeggiato la trasformazione della Camera alta in Senato delle autonomie.
“Non è un contrappasso dantesco – dice -, ma la scelta responsabile di inchinarsi alla volontà popolare. Continuo a pensare che questo Paese avrebbe funzionato meglio con una sola Camera a dare la fiducia, ma ho perso quella battaglia. I cittadini hanno scelto di tenere vivo il Senato e adesso trovo doveroso sottopormi al voto degli italiani per entrare o meno in Senato. Anzi: ho letto che Salvini vuole sfidarmi dove mi candido io: lo aspetto nel collegio senatoriale di Firenze“.
L’ex premier punta a fare una buona partita, ma i sondaggi fotografano un crollo del Pd. Renzi ne è consapevole e evidenzia: “C’è un solo modo per invertire la rotta: faremo tutti insieme la campagna elettorale. E appena partirà la campagna, finalmente, la musica cambierà. Il Pd se la gioca sul filo dei voti per essere il primo partito contro i Cinque Stelle: non dimentichiamo che due terzi dei seggi vengono attribuiti sulla base del sistema proporzionale dove conta il singolo partito. Sul terzo restante, che viene definito dai collegi, sono fiducioso del fatto che metteremo i candidati migliori. E che saremo il primo gruppo in Parlamento: pronto a scommetterci”.
Quale dovrebbe essere una nuova agenda di riforme per il prossimo governo? “Non ci sono ricette magiche, ma c’è solo da continuare migliorando ciò che è stato impostato. Secondo Istat i lavoratori italiani erano 22 milioni nel 2014, sono 23 milioni oggi. Bene, un milione in più. Dobbiamo creare le condizioni per arrivare a 24 milioni, certo. Ma dobbiamo anche porci il problema di come migliorare la qualità di quel lavoro, non solo la quantità. E per farlo servono gli incentivi e gli sgravi certo, ma anche la certezza della giustizia o la semplicità della burocrazia. Una visione di insieme per i prossimi anni. Possiamo permetterci di parlare di futuro perché abbiamo fatto uscire l’Italia dalle sabbie mobili”. “Noi del Pd – conclude Renzi – non proporremo riforme mega-galattiche, non scriveremo un libro dei sogni: siamo coerenti e concreti”.
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