di Romana Ranucci – ITALPRESS
E’ l’ultimo tormentone del Partito Democratico: Matteo Renzi lascia o raddoppia? Lascia il Pd, forma dei gruppi autonomi a Camera e Senato e poi un partito suo da inaugurare alla prossima Leopolda, arrivata a quota 10? O raddoppia e resta nel partito, diventando presidente, al posto di Paolo Gentiloni volato a Bruxelles per fare il commissario? Non c’e’ mai pace nel Partito Democratico, nemmeno alla chiusura di una partita cosi’ importante, il governo con il M5S. L’unita’ ritrovata e’ durata il tempo di una crisi di governo lampo e un paio di direzioni.
Ora al Nazareno si sta giocando la partita dei sottosegretari e viceministri. Partita piu’ complicata visto che i posti da assegnare si devono dividere, non solo tra le correnti interne al partito, ma tra M5S e Leu. Ancora una volta pero’ gli occhi sono puntati tutti sull’ex segretario Renzi, da un mese sembra muovere lui le leve, anche se defilato.
C’e’ chi giura che la Leopolda sara’ il palcoscenico scelto dall’ex sindaco di Firenze per lanciare il nuovo partito, sembra senza il suo fedelissimo Luca Lotti, che sarebbe invece intenzionato a restare con Nicola Zingaretti. Il Giglio magico potrebbe quindi perdere pezzi. Sono mesi che nei territori lavorano i comitati civici vicini a Matteo Renzi, “Comitati azione civile Ritorno al futuro”, con l’obiettivo, come si legge sul sito, “di contribuire a rendere migliore il nostro paese. Dimostrare che un’altra strada e’ possibile”.
Intanto ieri un ex renziano della prima ora, legato anche alla Leopolda, ha annunciato il suo “Addio” al Pd: Matteo Richetti. Dopo l’europarlamentare Carlo Calenda anche il senatore non se l’e’ sentita di continuare il suo impegno politico in un partito che ha scelto l’alleanza con il M5S. In un tweet Richetti ha annunciato: “Comunichero’ le necessarie conseguenze delle mie scelte. Ho stima e rispetto per tutti gli amici del Pd e non voglio creare imbarazzi dopo la decisione di astenermi sulla fiducia. Insieme a Carlo Calenda e tanti amici, con umilta’, scriveremo una bella pagina insieme”. Chiusa la partita dei sottosegretari, nel Pd si riaprira’ quella interna tra chi resta e chi abbandona per fare forse un altro partito con un possibile congresso all’orizzonte.