Matteo Renzi nella sua newsletter torna a parlare di riforme e referendum costituzionale. Secondo il premier “i segnali di queste settimane sono davvero buoni. Il comitato del Sì, a differenza di chi dice No, ha raggiunto le firme necessarie alla presentazione in Cassazione (ne servivano mezzo milione, ne abbiamo avute quasi 600mila, circa il triplo degli altri). I nostri comitati sono tantissimi, arrivano quasi a quota tremila. Abbiamo chiesto un aiuto a chi vuole darci una mano, anche a livello economico. Percorso trasparente, semplice e verificabile, alla luce del sole. Conclusione? A oggi abbiamo ricevuto più di 88.100 euro, quasi tutti con piccole donazioni, da 5-10-20 euro".
La vittoria del Sì al referendum “dipende da ciascuno di noi, non da uno solo, dunque, ma da un popolo", sottolinea il capo del governo, che indica il sito www.bastaunsi.it per chi volesse approfondire e informarsi meglio sulle ragioni del Sì. Poi osserva: “In tanti mi hanno detto: ‘Matteo, questa non è la tua sfida, non personalizzarla’. Vero, questa è la sfida di milioni di persone che vogliono ridurre gli sprechi della politica, rendere più semplici le istituzioni, evitare enti inutili e mantenere tutte le garanzie di pesi e contrappesi già presenti nella nostra Costituzione. Un’Italia più semplice e più forte sarà possibile se i cittadini lo vorranno".
Renzi continua: "Per vincere questo referendum basta entrare nel merito, basta leggere il quesito, basta chiedere agli italiani se davvero vogliono continuare con la classe politica più numerosa e più pagata dell’Occidente o se invece vogliono ridurre i costi e i posti dei parlamentari, perché per cambiare basta un Sì".
Basta chiedere agli italiani, aggiunge il premier, "se davvero vogliono continuare con le Regioni che fanno promozioni turistiche e missioni in autonomia o se invece vogliamo cambiare, con un progetto turismo Italia, perchè per cambiare basta un Sì. Basta chiedere agli italiani se davvero vogliono continuare con un sistema di scrittura delle leggi che fa fare a Camera e Senato esattamente la stessa cosa, il che succede solo in Italia, o se invece vogliono lasciare a una sola Camera il rapporto fiduciario con il Governo, perchè per cambiare basta un Sì".
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