Matteo Renzi, all’assemblea di Assolombarda, spiega: “Sono convinto delle nostre potenzialita’ a condizione che l’Italia smetta di essere la patria delle divisioni e cominci ad essere la patria della visione“. “Sono presidente del Consiglio da due anni e mezzo. Il fatto che sia diventato presidente del Consiglio, non lo dico come una battuta, significa che in Italia tutto e’ possibile. Non vengo da una famiglia importante, non ho quarti di nobilta’. E dopo questi due anni e mezzo – ha aggiunto il premier Matteo Renzi – vengo a dire che sono piu’ convinto del giorno uno delle nostre potenzialità”. “Non si puo’ continuare a dire sempre ‘no’ senza proporre una alternativa”, ha aggiunto.
“Vedo un Paese che ha bisogno di essere rincuorato, di tornare ad avere fiducia nel futuro e non vivere nella cultura d’odio per cui l’importante non e’ fare, ma che quello accanto a me non faccia, che ci ha caratterizzato per troppo tempo e ha portato a perdere occasioni straordinarie all’Italia”.
Renzi nel pomeriggio parteciperà alla direzione Pd. Giornata difficile? “E per chi? Per lei, forse”, ha risposto il premier, lapidario, a un giornalista.
La minoranza Pd non chiude le porte. La mediazione e’ possibile, ma ora basta giochetti, sostengono dalle parti di Bersani, Cuperlo e Speranza. La decisione sul voto al referendum, spiegano fonti della minoranza, non e’ presa una volta per sempre. Le prese di posizione di queste ore servono invece a fare chiarezza. Agli occhi della minoranza e’ Renzi a dover dare dimostrazione di aver cambiato idea. Dal segretario la minoranza attende un impegno formale sulla modifica della legge elettorale, non un’ulteriore annuncio o un’iniziativa che rischia di essere dilatoria. Prima del referendum deve essere chiaro che l’Italicum cambiera’ perche’ lo propone il Pd, non perche’ il Pd dimostra di voler ascoltare i desiderata degli altri partiti. Questa la linea della minoranza dem. Tocca al premier-segretario dare un segnale.
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