Il presidente del Consiglio Matteo Renzi è arrivato intorno alle 16 in via Rovello a Milano dove al Piccolo Teatro illustrerà il piano del governo per il dopo Expo. Ad accogliere il presidente del Consiglio all’ingresso del teatro il prefetto vicario Giuseppe Priolo mentre in sala avevano già preso posto le massime autorità milanesi e lombarde, dal sindaco di Milano Giuliano Pisapia al presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni.
"La politica torna a fare il suo mestiere, dopo anni di ubriacatura della tecnica", ha detto Renzi durante il suo intervento. “Negli ultimi 20 anni l’Italia ha parlato tutti i giorni di riforme e negli ultimi venti mesi le riforme sono state realizzate. Non esprimo un giudizio di merito: c’e’ chi apprezza e c’e’ chi contesta, ma in venti mesi si e’ fatto cio’ che e’ stato rimandato per 20 anni".
Renzi ringrazia tutte le istituzioni che hanno concorso al successo di Expo e non dimentica il commissario unico Giuseppe Sala. Dal palco di Milano dice: "Grazie Beppe non posso dire altro per noti motivi", facendo riferimento alla sempre più probabile candidatura di Sala come sindaco di Milano.
Milano e’ la "capitale del profit, ma anche no profit. Mi piace pensarla come una citta’ che da’ una chance". Renzi ha quindi ricordato che Milano accolse i suoi nonni e gli diede una possibilità. "Avevo conosciuto Milano a casa", ha detto, spiegando appunto di considerarla come "una città che dà una chance". I dati Inps di oggi mostrano "oltre 400mila nuove assunzioni" ed e’ "il segno di una novità".
"L’Expo non l’ha vinto Milano" ma "i milioni di visitatori" e "gli italiani" ma "se lo hanno vinto gli italiani l’hanno salvato i milanesi" con la loro reazione alle devastazioni del primo maggio. L’Expo e’ diventato "il simbolo di chi non si rassegna". "Expo ci ha ricordato quanto e’ bello riconoscersi in un progetto", ha detto e ci ha restituito "l’orgoglio di crederci quando tutto sembra remare contro". "Dobbiamo smetterla di piangerci addosso con classifiche tutte in negativo. Siamo al secondo posto per longevità, per Terzo settore, per manifatturiero in Europa. Smettiamo di aver paura dei fantasmi, abbiamo il maggior numero di patrimoni Unesco". "L’Italia non può essere considerata come un concentrato di problemi e difficoltà. Ne abbiamo molti, ma abbiamo anche uno straordinario patrimonio di intelligenze finissime". "L’Italia si riscopre luogo della stabilità, cercando un nuovo rapporto con Mediterraneo e Balcani", ha spiegato ancora Renzi, ricordando come "i leader europei sono venuti all’Expo non per mangiare il risotto, ma per riflettere insieme. Con Cameron abbiamo parlato al padiglione Italia, del referendum sull’uscita dalla Ue, così come con la Merkel abbiamo discusso sulla crisi dei Paesi emergenti".
"L’Area Expo si compone di due grandi progetti: uno immobiliare e vede protagonisti gli enti locali, noi interveniamo se il nostro aiuto viene richiesto, l’altro di natura evocativa. Noi non pensiamo per quell’area a un federal building per uffici pubblici, noi pensiamo a un forte valore scientifico e culturale. Da questo punto di vista pensiamo che il Governo possa fare la propria parte, se richiesta".
Sulla questione immigrazione: "Se vuoi affrontare il tema dell’immigrazione non puoi affidarti all’emozione del momento, serve un progetto di lungo periodo. L’Italia sta puntando sulla cooperazione internazionale, investendo in Africa, e sta cercando di affermare che l’Europa e’ qualcosa di piu’ grande di numeri e parametri, l’Europa e’ il luogo dell’identità”.
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