"Noi siamo il Pd, non siamo quelli che fanno i discorsi e raccontano storielle", o che "vivono in una realtà parallela". La frecciata ai pentastellati (peraltro mai nominati) è di Matteo Renzi, premier e segretario del Pd, dal palco della Festa de L’Unità a Reggio Emilia. "C’è chi la trasparenza la scrive sulle email, che poi non legge", ha anche detto Renzi, punzecchiando Luigi Di Maio, sempre del Movimento 5 Stelle.
"Ho visto la polemica sul non dire che queste feste sono per il Sì al referendum. Per che cosa dobbiamo essere? Per il No? Neanche. Ma un partito non può essere per il boh, o il mah o non lo so. Deve indicare una direzione e dire che per l’Italia c’e’ bisogno di cambiare le regole per renderla piu’ forte e piu’ bella".
"Questo non vuol dire non rispettare quelli che non la pensano come noi – ha aggiunto – Io ho chiesto al presidente dell’Anpi, vieni a una Festa e discutiamo insieme perche’ per noi ci sono porte aperte al dialogo. Ma non rinuncio alle nostre idee dopo 20 anni di discussione senza risolvere nulla". "La partita piu’ grande e’ il referendum. Perche’ non e’ in ballo un governo o la storia personale dell’uno o dell’altro. E’ in ballo la credibilita’ del Paese".
"Sono sinceramente dispiaciuto per cio’ che sta accadendo a Roma”, ha detto Renzi a proposito di M5S e Campidoglio. "Noi siamo dispiaciuti per la citta’ di Roma – ha detto ancora – e da presidente del Consiglio confermo la volonta’ di lavorare col il sindaco di Roma Virginia Raggi, le confermo la disponibilità alla collaborazione, noi non siamo quelli che godono delle disgrazie altrui".
A proposito di legge elettorale: "Io credo che la legge elettorale sia buona. Qualcuno dice no? Cambiamola. Ma bisogna trovare un’altra legge. Troppo facile dire si cambia e non dire come. Ma la legge elettorale non c’entra niente con la riforma costituzionale".
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