“Il carrozzone targato Zingaretti è sempre più carico e affollato di amici di amici piazzati in posizioni di prestigio che pesano sulle tasche dei contribuenti. Ai 63 dirigenti esterni denunciati da Report qualche settimana fa, il doppio e in alcuni casi il triplo di qualsiasi altra amministrazione, molti dei quali del Partito democratico, familiari di politici illustri, condannati e rinviati a giudizio, con stipendi che oscillano tra i 100mila e i 180mila euro all’anno con una spesa complessiva che supera i 10 milioni di euro l’anno, il Presidente Zingaretti tira fuori altri 5 nomi freschi freschi. Risultano curiose e inutili alcune professionalità che abbiamo il sospetto siano state create ad hoc per aggiungere posti alla tavola degli sprechi regionali. Al premier Matteo Renzi, sempre attento alla produttività del pubblico impiego, chiediamo se a Zingaretti non gli bastino già i 3329 dipendenti regionali calpestati?”. E’ quanto dichiara in una nota Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio, a seguito delle nuove 5 nomine di Dirigente dell’Ufficio “Prevenzione Oncologica e screening”, dell’Area "Livelli Massimi di Finanziamento delle Attività Sanitarie e Mobilità Sanitaria”, dell’Ufficio "Monitoraggio dell’Attuazione del Piano Regionale per il Governo delle Liste di Attesa (PRGLA), dell’Area "Pianificazione Strategica, Verifica e Controlli Attività Sanitaria" e dell’Area "Organizzazione del Sistema regionale.
“Al presidente Zingaretti non sono bastati gli scandali sulle nomine, che da mesi denuncio, né il servizio di Report dove è evidente lo stato di omertà che vige sul vergognoso sistema nominopoli che da anni lascia il segno in termini di risorse sperperate per trovare incarichi esterni ad amici di amici e sottratte ai servizi pubblici e soprattutto al sistema sanitario che in questi giorni con il sovraffollamento dei pronto soccorso sta vivendo dei momenti drammatici. Nella nostra azione di inchiesta continueremo a denunciare quanto Zingaretti & Co hanno compiuto in questi 24 mesi di vergogna e nel totale silenzio mediatico”, conclude Santori.
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