Tra appelli all’unita’ della coalizione alternati a scambi al veleno su Tweet, procede a passi tormentati l’avanzata del centrosinistra pugliese verso le primarie con cui il 30 novembre prossimo sara’ scelto il candidato alla successione di Nichi Vendola alla presidenza della Regione Puglia. Lo scorso luglio e’ stato lo stesso leader di Sel a mettere la parola fine sul suo decennio di presidenza e a suonare il gong di inizio della partita quando ha ufficializzato la sua rinuncia a correre per il terzo mandato lanciando contestualmente la candidatura del suo ex assessore e attuale senatore di Sel, Dario Stefano.
Ai nastri di partenza, con i muscoli in caldo da tempo, era gia’ pronto l’ex sindaco di Bari e segretario regionale del Pd, Michele Emiliano, che i sondaggi (e il consenso avuto in due mandati alla guida della citta’), danno per favorito. Molto popolare ma a volte considerato un alieno dentro il suo stesso partito per l’irruenza caratteriale e le strategie politiche, Emiliano e’ alla ricerca di alleanze che spesso fanno storcere il naso ai sui compagni di strada.
Tra queste l’ultima annunciata ieri, con l’ex ministro Claudio Signorile, vecchio esponente Psi riportato in campo dall’ex sindaco per incunearsi tra il partito di Vendola e l’area socialista sinora al suo fianco con il presidente del consiglio regionale, Onofrio Introna, politico di lungo corso che pero’ ha da qualche tempo cominciato a prendere le distanze dal leader di Sel. Alleanza con Signorile snobbata da Stefano che l’ha bollata come una "esibizione di pezzi di classe dirigente del passato".
Solo da qualche giorno si era sopita la polemica sollevata da Sel contro Emiliano per l’ipotesi circolata ma mai ufficializzata e poi formalmente smentita, di una alleanza tra Pd e Forza Italia per i prossimi rinnovi di alcuni consigli provinciali. E’ insorto Vendola con tutto il partito e parte del Pd, e tra smentite e dietrofront, la cosa non si e’ piu’ fatta. Ma non e’ bastato a riportare la pace nemmeno dentro il Pd, subito agitato da nuove polemiche per la formalizzazione della candidatura del terzo candidato in corsa, Guglielmo Minervini, assessore della giunta Vendola e uno degli esponenti democratici piu’ vicini al leader di Sel.
Anche lui ex sindaco (di Molfetta) come Emiliano, Minervini e’ persona molto determinata ma mite, caratterialmente l’antitesi del segretario Pd che e’ anche soprannominato ‘il gladiatore’. Nell’ultima direzione regionale del Pd, Minervini ha abbandonato l’incontro in polemica con Emiliano accusato di avere tentato una prova di forza facendo incetta di firme tra i delegati a sostegno della propria candidatura. Ne e’ seguita una polemica a suon di tweet velenosi.
Emiliano ieri ha smorzato i toni invitando Minervini a formalizzare la candidatura e superando ogni formalismo. "Emiliano ci sorprende sempre per i suoi repentini cambi di ruolo – gli ha risposto oggi Minervini – nell’ultima dichiarazione sembra rivestire il ruolo di segretario, mentre nella direzione sembra rivestire quelli del candidato". "Prendo atto con piacere che il segretario regionale del Pd propone una soluzione che era quella auspicata sin dall’inizio e cioe’ che l’assemblea prenda atto delle due candidature e le vari come patrimonio del Pd". "In questo passaggio – conclude – la forma e’ diventata irrilevante ed una soluzione vale l’altra purche’ non prevalga la voglia di mettere sgambetti".
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