"Non siamo qui a festeggiare la riconquista della regione Lazio, ma siamo qui comunque, con la coscienza pulita e la forza dei nostri irrinunciabili valori. Anche nel Lazio abbiamo combattuto una battaglia, con decisione e lealta’. Lo avevamo messo in conto, senza infingimenti, perche’ siamo partiti tardi in questa campagna elettorale, e non certo per colpa nostra". E’ quanto scrive Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra, sul sito de La Destra e su Il Giornale d’Italia. "Perche’ non e’ stato facile andare tra la gente, con il caso Fiorito alle spalle – continua – Come ogni battaglia che si rispetti, si puo’ vincere o perdere ma nessuno all’inizio avrebbe scommesso un centesimo che ne saremmo usciti con onore, al termine di una rimonta che per molti versi e’ stata anche entusiasmante. Non c’e’ stata quella Caporetto annunciata dai sondaggi, perche’ questa battaglia l’abbiamo combattuta. Piu’ di qualcuno aveva annunciato il cataclisma per noi, la disfatta, altro che semplice Caporetto. E invece siamo riusciti ad arginare anche lo tsunami Grillo: in questo, qualche merito deve esserci riconosciuto. Ora le valutazioni da fare, anche se nei prossimi giorni potremmo svilupparle meglio, credo siano soprattutto due: una prettamente amministrativa, l’altra di natura piu’ politica. Nicola Zingaretti dunque ha vinto, ho immediatamente alzato il telefono per fargli gli auguri, e mi aspetto di trovare dei punti di convergenza sui programmi, sulle cose da fare, per il bene dei cittadini di questa regione. Le convergenze, sempre e solo per dare la giusta rappresentanza ai diritti dei cittadini, si possono trovare anche con altre forze, pure con i grillini: le convergenze sono abituato a trovarle sul campo, a cercarle sui contenuti e non sulle chiacchiere".
"Mi preoccupa piuttosto l’attacco al sistema Regioni – continua Storace – Se, anche con altri, riusciremo a far capire che le Regioni servono sara’ meglio per tutti. Certo, mi spiace che non essendo eletto, le auto blu continueranno a circolare. Mi spiace che la sanita’ del Lazio non possa uscire subito da questa brutta fase del commissariamento. Ma io rimango in Consiglio regionale come eletto. Sono quello con la maggiore esperienza e posso, e voglio, dare qualche consiglio. Poi c’e’ il dato politico: da piu’ parti in queste ore continuano a chiedermi se saro’ io il leader della nuova destra italiana. Non e’ questo il momento delle leadership avocate o conferite. Ora a destra c’e’ bisogno di ricostruire tutto un mondo, il nostro mondo. Io voglio attaccare manifesti per una comunita’. Ho un giornale, questo Giornale d’Italia, e credo che per accompagnare il progetto dell’unificazione dell’area c’e’ bisogno di un giornale che ne parli e che non e’ soggetto ad altri. Non sono certo le battaglie a spaventarci".
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