Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice, nelle scorse ore ha sciolto la riserva e ha ufficializzato la sua candidatura alla presidenza della Regione Lazio. Intervenuto a Radio Cusano Campus, ha detto: “Ho iniziato a pensare di candidarmi quando ho incontrato tante persone in giro per il Lazio, quando ho incontrato i sindaci, tante persone per bene che mi hanno pressato e ho capito che ne valeva la pena”.
“Non nascondo la mia appartenenza alla destra – sottolinea -, quindi ho telefonato a Meloni, Salvini e Gianni Letta (perchè non avevo il numero di Berlusconi), per annunciargli la mia candidatura, ma serenamente, col sorriso”.
“Vedo un po’ di nervosismo diffuso, ma sarà il tempo brutto. Noi faremo questa cosa con il sorriso, perchè non è una questione di vita o di morte raggiungere il potere passando sopra a tutto e tutti. Io un lavoro ce l’ho. Mi candido per cambiare le cose. Oggi c’è la necessità di dare una risposta nuova, che parta dai territori, da chi si è sporcato le scarpe e non è cresciuto nelle segreterie dei partiti”.
“A me ha fatto un po’ sorridere che si sono innervositi tutti, perché questo nervosismo? A volte il nervosismo è sintomo di debolezza. Io ho le spalle grosse. Io ho fatto la mia proposta, non è che ho chiuso agli altri. Non voglio che litighino per me. Tanto nervosismo mi fa pensare ad una paura, ma paura di che? Fino all’altro ieri ero il sindaco di Amatrice che urlava e andava bene, adesso non va più bene, evidentemente ho lanciato un sassolino nello stagno”.
“I danni del terremoto non dipendono solo dalla natura, ci sono gravi responsabilità politiche. Saranno gli elettori del Lazio che decideranno se la proposta è valida, se il personaggio che la propone sia in grado di attuarla. Io non prometto la luna, prometto tutela per le fasce più deboli, fuori dalle lobby e dalle concentrazioni dei poteri. Lo farò col sorriso, sarà sorriso e scarponi”.
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