"La sparizione, e poi la tortura a morte di Giulio, e’ probabilmente l’espressione di un ingranaggio enorme, che gira, forse su se stesso, non si ferma e non mostra mai una parte definita. Ci rimanda sempre piu’ lontano. Ecco, questo per me e’ il processo che sottende ai depistaggi. Vorrei fermare tutto ed avere un’immagine definita e chiara. Per trovare la verita’". Lo afferma la mamma di Giulio Regeni, Paola Defendi Regeni, che intervistata da "L’Espresso", lancia un appello: "Tutti quelli che sanno, hanno visto o sentito cosa e’ successo a Giulio in quei terribili otto giorni, lo dicano".
"Bisogna andare avanti – aggiunge – e costruire politicamente e diplomaticamente le condizioni perche’ la procura egiziana collabori effettivamente con quella italiana nella quale riponiamo la massima fiducia". Quanto al governo italiano, "mi piacerebbe – afferma la madre di Giulio – che spiegasse all’opinione pubblica il motivo del cambio di ambasciatore e che garantisca la chiara determinazione a mantenere la linea di non rimandarlo in Egitto; fino a quando non sapremo la verita’ e avremo giustizia. Prendendo tutte le misure politiche e diplomatiche necessarie, nel caso di mancate risposte o menzogne trasformate in verita’ per chiudere la vicenda".
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