Viaggiare al tempo del Covid non è affatto semplice. Bisogna armarsi di pazienza, soprattutto quando si è deciso di affrontare, per turismo lavoro o necessità, un viaggio in aereo. Lo sanno bene, tra gli altri, i tanti italiani residenti nel Regno Unito, alle prese in questi giorni con un problema che, se non verrà risolto, continuerà a causare enormi disagi ai nostri connazionali.
Al momento tutto tace, a parte qualche piccola lamentela sui social, in quanto la maggioranza degli italiani in UK ancora non ha ripreso a viaggiare. Dunque in tanti non si sono ancora resi conto di quanto sta accadendo, ovvero che per i cittadini italiani che rientrano nel Regno Unito i referti dei tamponi vengono richiesti in inglese. Occhio, però: vanno bene anche in spagnolo e francese. Ma non in italiano.
La denuncia arriva a ItaliaChiamaItalia.it da Maria Iacuzio, presidente per l’Inghilterra per l’A.I.M. – Associazione per l’Italia nel mondo, la quale si chiede in maniera un po’ retorica “se il Sottosegretario agli Esteri con delega agli italiani nel mondo, Benedetto Della Vedova, sia a conoscenza della situazione”. Anche perché, aggiunge a colloquio con il nostro giornale, “la scorsa settimana è stato a Londra, chissà se ha affrontato l’argomento con le autorità locali”.
Referti in inglese, spagnolo e francese sì; in italiano, no. Non valgono, non vengono neppure presi in considerazione. E le strutture che in Italia rilasciano i referti Covid anche in lingua inglese sono difficilissime da trovare.
“Questa – commenta Iacuzio – è una vera e propria discriminazione nei nostri confronti, nei confronti di tutti noi italiani del Regno Unito. In alcune regioni, come ad esempio in Molise, non ci sono centri che rilasciano il referto in inglese. Quali iniziative a supporto degli italiani in UK saranno attuate per l’estate? Per noi non si tratta di vacanze, ma di rientri dopo circa 2 anni per rivedere le nostre famiglie”.
Con ItaliaChiamaItalia ha parlato anche Luigi Reale, Presidente Onorario dell’associazione dei molisani nel Bedfordshire: “Il fatto di non riconoscere in lingua italiana il referto del test Covid-19, ma solo in inglese, francese e spagnolo, colpisce e crea grosse difficoltà agli oltre seicentomila italiani che vivono nel Regno Unito”.
“Oltremodo il governo inglese – spiega Reale a Italiachiamaitalia.it – ha pubblicato l’elenco dei centri in Italia che sono i soli autorizzati a rilasciare la certificazione in inglese. Questi sono pochissimi e si trovano solo in poche principali città italiane, lasciando scoperte vaste aree geografiche. Ad esempio nella stessa Regione Molise non vi è nessun centro autorizzato, nonostante i molisani residenti in UK siano consistenti numericamente”.
“Come presidente onorario dell’associazione molisana in Gran Bretagna, sono fortemente amareggiato e preoccupato, anche per la scarsa informazione per i molti che si recheranno dopo oltre due anni dalle loro famiglie e si troveranno a fronteggiare questo problema. Situazione che non ha niente a che vedere con la sicurezza sanitaria, se si è positivi o negativi al Covid-19, ma con difficoltà amministrative che per alcuni possono diventare persecutorie, discriminatorie se non insormontabili”.
“Quello che si chiede – conclude – è che tale certificazione venga riconosciuta anche in lingua italiana da parte delle autorità̀ inglesi. Considerando il fatto che la stessa comunità̀ italiana nel Regno Unito è numericamente maggiore di quella francese e spagnola”.
Vedremo come andrà a finire. La speranza è che al governo, alla Farnesina soprattutto, qualcuno si svegli e cominci a fare il proprio lavoro.