Cari amici,
mi rivolgo non a quelli di voi che seguono le vicende della politica italiana come me, bensì a coloro che invece la vedono da lontano e che probabilmente non hanno capito bene la natura del quesito cui sono tenuti a rispondere in occasione del referendum costituzionale.
L’attuale governo ha portato avanti faticosamente una proposta di legge per trasformare il Senato, che ha oggi, secondo la costituzione del 1948, le stesse funzioni della Camera dei Deputati (in totale circa 1000 tra senatori e deputati) in una Camera delle Regioni, con soli 100 senatori e con funzioni diverse da quelle attuali. Il progetto è stato votato l’anno scorso anche con il concorso di parte dell’opposizione, voto che però non ha superato il 75%, per cui, secondo la costituzione, dev’essere sottoposto a Referendum Popolare Confermativo, appunto questo in cui voi dovete votare.
Succede però che nel frattempo si assiste in Italia a un sorgere di tendenze populiste (tipo Donald Trump o Marie Le Pen), che vogliono far cadere il governo di Renzi, che guida anche il partito che più combatte contro quest’onda separatista, xenofoba e spesso anche antisemitica.
Questa opposizione è riuscita a convertire il voto per la riforma del parlamento in un voto a favore o contro Renzi. In altre parole, gli italiani andranno al voto, il 4 dicembre, per dire SI o NO a Renzi, non alla soppressione dell’attuale antiquato Senato. E siccome Renzi è l’unico che tiene lontani, per ora, dal governo, personaggi come Matteo Salvini (Lega Nord, uno che vuole prendere a cannonate i barconi che portano i poveracci che sbarcano a Lampedusa) o come Beppe Grillo, bravissimo comico da palcoscenico ma pericoloso agitatore di moltitudini ignoranti, mi permetto di raccomandarvi di votare SI sulla scheda elettorale. Non perchè trovi Renzi perfetto, voglio chiarire, ma perchè i suoi oppositori sono tutti indegni di guidare l’Italia.
Giorgio Costa, Buenos Aires
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