Walter Verini, deputato del Pd e membro della Commissione Giustizia della Camera, è intervenuta ai microfoni di Radio Cusano Campus e in merito alle competenze delle regioni ha detto: “Non credo che si possa dire che Renzi è andato giù duro sulle regioni. Penso che negli anni passati ci sia stata un’ubriacatura federalista e questo ha portato un po’ tutti gli schieramenti a due fenomeni: un gigantismo legislativo dei livelli regionali, che sono anche troppi nel nostro Paese; e l’altro fenomeno è che la mole di competenze date in capo alle regioni contrastavano con quelle dello Stato centrale, tanto che si sono creati spesso dei conflitti di attribuzione. La nuova riforma assegna alle regioni il giusto potere, riporta alcune materie a livello nazionale, questo secondo me significa da un lato ridare allo stato centrale il peso giusto. Dobbiamo lavorare al più presto per costruire una nuova idea di regionalismo nel nostro Paese, anziché avere tanti gran ducati che rischiano di non incidere sulla vita legislativa dei nostri cittadini”.
Referendum costituzionale. “Questo appuntamento elettorale rappresenta una grande occasione per l’Italia – ha sottolineato Verini -. Il Paese con questa riforma può dare un segnale innanzitutto a se stesso di semplificazione e di modernizzazione e può darlo anche a chi ci guarda per dimostrare che l’Italia dopo tanti anni riesce ad uscire dall’immobilismo. Le riforme si possono giudicare in un modo o nell’altro, ma nessuno può negare grazie a questo governo ci sia stata una grande mole di cambiamenti riformisti. Se i cittadini confermeranno quest’impalcatura, a guadagnarne sarà tutto il Paese”.
In merito alle critiche di D’Alema. “I dissensi sono tutti legittimi – ha affermato Verini -. Le opinioni di D’Alema meritano rispetto, anche se io credo che nell’esercizio della sua leadership nel corso del tempo ha fatto molti errori. Penso per esempio a come lui visse la stagione dell’Ulivo, che fu indebolito sul nascere da un’idea partitista della politica. Riconoscendo la legittimità delle posizioni, io penso che la sua posizione sia profondamente sbagliata perché è conservatrice. Si può votare no alla riforma, ma D’Alema con il suo intervento ha fatto una critica radicale all’attuale Pd. Sembra il D’Alema che era molto ostile a quell’idea di cambiamento che il primo Ulivo, quello di Prodi e Veltroni, rappresentava”.
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