“Gli italiani oltre confine lanciano un messaggio chiarissimo agli eletti all’estero. Esattamente il 78.24% dei votanti all’estero ha detto Sì alla riduzione dei parlamentari, riducendo conseguenzialmente anche i già pochi eletti all’estero, da 18 a 12 tra deputati e senatori”. Lo dichiara in una nota inviata a ItaliaChiamaItalia Salvo Mulè, presidente della CSNA – Confederazione Siciliani Nord America.
“Dei quasi 5 milioni aventi diritto al voto all’estero – prosegue Mulè – soltanto il 23.3% ha risposto al Referendum (più o meno 1.2 milioni di voti in tutto il mondo) ma togliendo le schede bianche, schede nulle e schede contestate si arriva circa al milione di voti, 20% dei possibili 5 milioni.
Il messaggio è arrivato forte e chiaro. 12 deputati e 6 senatori che dovrebbero rappresentare gli interessi degli italiani oltre confine in ben 14 anni hanno fatto poco o quasi niente.
Agli italiani all’estero non interessa più il parlamentare che va a Roma solo per scaldare la poltrona. Anche con tutta la buona volontà di voler fare non trova spazio e non riesce a piazzarsi all’interno della rete parlamentare italiana con tantissimi problemi che si ramificano all’interno delle esigenze del Paese. Molti dei 18 rappresentanti “stranieri” siedono in commissioni parlamentari non relative alle esigenze per le quali sono stati eletti. Resta, dunque, il dubbio sulla validità e la necessita di tenerli in Parlamento”.
Secondo il presidente della CSNA “tutti e diciotto hanno fatto campagna per votare No al referendum, anche andando contro la linea dei propri partiti, solo per la paura di perdere la poltrona, la stessa poltrona occupata da molti per 14 anni senza mai aver portato risultati a casa.
Adesso tutti indistintamente parlano di spingere la riforma elettorale all’estero, la stessa riforma di cui si parla da 14 anni, ma neanche questo facile risultato sono riusciti ad ottenere, come anche il problema della cittadinanza degli italiani nel Nord America che l’hanno persa – quando ancora la doppia cittadinanza non era un’opzione – e mai riottenuta”.
“Se veramente vogliamo parlare di traguardi non ottenuti, dobbiamo anche dire che dal 2006 nel mondo sono stati chiusi Ambasciate, Consolati e Istituti di Cultura, diminuendo così la rappresentanza e la presenza dell’Italia nei territori vigilati dagli eletti all’estero: traguardi negativi?”.
“Concludendo con una nota di speranza, auguriamoci che il risultato di questo referendum serva da sprone per gli eletti all’estero, a tirare fuori le unghie e a portare qualche risultato a casa”, conclude Mulè.