“Sono convinto che al referendum vincerà il Sì”. Così il presidente del Consiglio Matteo Renzi intervenendo al Forum Ambrosetti. “Se vincerà il Sì, come penso, ci sarà una semplificazione, non toccando nessuno dei pesi e contrappesi". "Sono molto soddisfatto del cammino di questi 30 mesi, ma ora mi interessa l’Italia dei prossimi 30 anni", ha aggiunto il premier, che poi ha sottolineato: “C’e’ stato un eccesso di toni nel racconto sul referendum. Una responsabilità che mi prendo pure io". Ma “vincerà il Sì” e così l’Italia “sarà un Paese più semplice con meno politici e poltrone. Nel tempo della velocità il sistema barocco del bipolarismo paritario è segno di debolezza. Un paese meno agile è un Paese meno forte".
E se dovesse vincere il No? “Se al referendum costituzionale vince il No non c’è l’invasione delle cavallette, non c’è la fine del mondo: resta tutto così". Se vincesse il No, "resterebbe un bicameralismo paritario che non volevano nemmeno i costituenti, una riforma del Titolo V sbagliata, enti inutili come il Cnel. Se vince il Sì c’è un’Italia più semplice, con meno poltrone. Un Paese meno agile è un Paese meno forte, in questo momento. Il doppio voto di fiducia impone, ahimè, una instabilità di governo che rende il mio esecutivo, da 30 mesi al governo, il quarto più longevo della storia repubblicana. E’ una barzelletta".
A proposito di terremoto e ricostruzione: “Sto chiedendo ai migliori di mettersi in gioco per venire a darci una mano". Per Renzi, infatti, bisogna "mettere i migliori alla guida del Paese, dando loro la possibilità di agire".
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