Matteo Renzi, a Latina per la campagna referendaria, spiega: “Non ci stiamo mica inventando la rivoluzione. Noi diciamo che a dare la fiducia è una sola Camera e non più due, come avviene in tutto il resto del mondo”. “E allora dov’è il problema, dove sarebbe la grande lesione della democrazia? L’articolo 70 è molto dettagliato per spiegare le funzioni delle due Camere”. “Personalmente ritengo che se vince il no non succedono cataclismi, ma semplicemente non cambia niente”.
Secondo il presidente del Consiglio il referendum serve anche ad avere “un’Italia più forte in Europa”. “Nel silenzio, tutti zitti, e’ stata approvata la riforma del fiscal compact. Monti diceva: ce lo chiede l’Europa. E tutti zitti a votare. Io mi sono stancato di sentirci dire ‘ce lo chiede l’Europa’. Vediamo cosa noi vogliamo dire all’Europa, non andiamo a prendere appunti dalla maestrina Europa. Io sono per l’ideale europeo ma non puo’ essere che poi davanti all’accordo sull’immigrazione i Paesi dell’Est Europa hanno paura e ne fanno carta straccia e lasciano sola l’Italia. Non si puo’ continuare nell’atteggiamento in cui quando c’e’ da prender soldi son tutti per l’altruismo. Ogni anno dobbiamo mettere 20 miliardi e ne prendiamo 12… e io pago”.
“Siamo cresciuti noi trenta-quarantenni con l’opinione pubblica che ci dava dei bamboccioni. Un po’ ce la siamo cercata perché i nostri genitori e nonni ci hanno dato talmente tanto che a volte abbiamo dimenticato il nostro essere. Però una parte dei media, della politica, dell’opinione pubblica continua a dire che noi siamo quelli che sono un Paese pieno di difficoltà, limiti, problemi”. “A volte vediamo delle graduatorie incomprensibili – prosegue – Nel Paese raccontiamo sempre che va tutto male e non funziona mai nulla. Le cose vanno cambiate ma come è stato bello sentire Obama dare un messaggio di speranza: Yes, we can. Mettiti in gioco, prova a cambiare le cose”.
“Anche io volevo spacchettare il quesito referendario, ma se la legge lo impedisce cosa ci possiamo fare”. “Non e’ che se non si cambia adesso, si cambia tra dieci anni. Diranno che i cittadini si sono gia’ espressi”.
“La demonizzazione dell’avversario non è solo di Trump. In queste ore non parliamo solo delle elezioni americane, ma c’è il rischio che la politica diventi solo un’accusa dell’altro. Talvolta succede anche da noi, nella nostra Europa, in un meccanismo in cui chi sta sui social network vede una generazione di troll e fake che inventano falsità. E’ propaganda, è un meccanismo di distruzione” che mira “a troncarti le gambe, questo succede anche sulle riforme”.
“Dopo che per 35 anni ci hanno provato tutti” a fare le riforme “e purtroppo hanno fallito, e dico purtroppo, sta portando molti ad attaccare, l’obiettivo è: ‘non ce l’abbiamo fatto noi, non ce la fanno nemmeno loro’. E’ inaccettabile perché alla fine non cambia niente così. Il referendum è un’occasione per cambiare le cose”.
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