Matteo Renzi, intervistato da Beppe Severgnini per Corriere.it, per quanto riguarda il capitolo referendum ha detto: “Lo spacchettamento non sta in piedi, nel senso che capisco che la domanda secca semplificherebbe la comprensione, ma è in ballo la Costituzione, che ha delle regole e la maggioranza dei giuristi dice che non è possibile spacchettare e fare il referendum ‘a’ la carte’".
Il capo del governo italiano mostra ottimismo verso il referendum, sottolineando che la partita non finirà come quella della Brexit e di non aver paura "perché votano i cittadini", sostenendo che "un elettore del M5S che può scegliere tra il Parlamento più costoso e uno più efficiente e che costa meno, voterà per ridurre le poltrone". Mentre "un parlamentare 5 Stelle che teme che di perdere la poltrona probabilmente voterà No".
Ancora incerta la data del referendum costituzionale: "Sarà ragionevolmente a ottobre, se escludiamo il 30 ottobre perché c’è il ponte, a naso potrebbe essere il 6 novembre".
Italicum: va bene così, oppure va cambiato? "Per me – afferma il premier – ora c’è una legge e prima non c’era, era stata cancellata dalla Consulta. Se il Parlamento è in grado di farne un’altra si accomodi. Ma è un fatto – ricorda Renzi – che noi siamo partiti da una legge elettorale definita dal suo ideatore Porcellum".
Dopo il risultato delle amministrative, il M5S fa paura? Il successore di Renzi sarà Di Maio? "No – è la risposta del presidente del Consiglio -. Credo che arriverà un successore, ma mi auguro che sia in un arco di tempo non immediato". E alla neo-sindaca di Roma, Virginia Raggi, il premier ha fornito in un colloquio telefonico "piena disponibilità a dare una mano perché prima delle divisioni di parte c’è il Paese e l’Italia".
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