“Tanti amici del No sembrano tenuti insieme piu’ dall’odio ad personam che da altro”, attacca Matteo Renzi. “Se vince il Si’ e’ meglio andare in un altro Paese, perche’ verrebbe meno la democrazia”, arriva a dire Silvio Berlusconi. Il presidente del Consiglio e il leader di Forza Italia tornano a sfidarsi in tv, ma in un confronto ancora una volta a distanza. L’uno non sa cosa ha affermato l’altro, ma ciascuno sfodera tutte le sue armi se e’ vero, come spiega il leader Pd, che sono queste le ore decisive per la vittoria al referendum, perche’ “la stragrande maggioranza degli incerti decide ora”.
Nel salotto di Porta a Porta, il confronto e’ a quattro: Renzi e Angelino Alfano per il Si’, Berlusconi e Matteo Salvini per il No. Mezz’ora ciascuno. Inizia il premier, che sceglie toni pacati, rassicuranti, per stare al merito. In tasca il leader Dem ha l’endorsement, sia pur con critiche, di Romano Prodi: dimostra che “se si aspetta la riforma perfetta, non si fa niente”. Tra l’altro, “quelli che fecero cadere Prodi sono tutti schierati per il No: Mastella e Dini nel 2008 e nel 1998 Bertinotti e uno del Pd, non faccio nomi”, nota puntuto con riferimento a Massimo D’Alema.
“Non fatevi fregare, leggete il quesito”, e’ il messaggio del premier al pubblico di Rai 1. “Il voto non e’ su di me come quello sull’aborto non era su Pannella”, aggiunge. “Gli togliamo il giocattolo”, alcuni hanno “paura di provare l’ebbrezza mistica di lavorare”, incalza, ribadendo che se perdera’ non restera’ “aggrappato alla poltrona”. Ci sara’ un rimpasto di governo se vincera’ il Si’?, chiede Vespa.
“Se vinciamo avremo una grandissima forza per cambiare l’Europa”, alza l’asticella il presidente del Consiglio. Mentre Alfano, che non si stanca di ripetere a Renzi di restare anche se perde, spiega di non aver paura di un eventuale rimpasto: “A me tutto puo’ succedere tranne che essere punito per quanto di buono fatto. Senza di noi, l’Italia sarebbe andata a precipizio”, afferma il ministro dell’Interno, che invita il comitato del No a non demonizzare il voto all’estero.
Dal fronte No Salvini, avversario politico di Alfano, guarda gia’ oltre: “Dopo Renzi non c’e’ solo Grillo, esporteremo il buon governo lombardo-veneto”.
Intanto Berlusconi, che si sofferma a ricordare il passato (nel 2013 non e’ caduto per i sorrisini di Hollande e Merkel, accusa, ma per la “regia dell’allora capo dello Stato”), prova a non farsi sottrarre dal Si’ i voti del centrodestra, che Renzi stesso ha detto di considerare determinanti per la vittoria del referendum. E alza i toni: con la riforma, attacca, ci sara’ una dittatura e il Pd diventera’ “padrone” delle istituzioni.
Si spinge poi a ipotizzare la possibilita’ – una minaccia agitata da alcuni suoi avversari in passato contro di lui – di espatriare, in caso di vittoria del Si’. Infine, il Cavaliere scherza: “Il fac simile di scheda elettorale per il Senato mostrato da Renzi e’ come ‘l’Enrico stai sereno'”. E ancora: “Vespa, se vince Grillo le daro’ un passaggio con il mio aereo e secondo me lo chiedera’ anche Renzi…speriamo sappia giocare a poker”.
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