"Ho un voto in mano e non voglio sprecarlo solo per fare un dispetto a Renzi o per non sembrare amico di Renzi. La politica non si fa con i dispetti o con i risentimenti personali". Lo afferma in una intervista ad Avvenire Marcello Pera, ex presidente del Senato, tra i "padri nobili" di Forza Italia, che si appella all’anima liberale degli elettori forzisti e ai suoi vecchi colleghi perché dicano sì alla riforma costituzionale.
"Renzi – sottolinea Pera – aveva rimesso in gioco Berlusconi e Berlusconi doveva rimanere in gioco. Oggi avrebbe avuto un’altra occasione. Non capisco perché dobbiamo assecondare Grillo e D’Alema. Penso che molti elettori di Fi siano sconcertati e delusi e voteranno per Sì".
"Sarebbe gravissimo se vincesse il No. Intanto perché ci sarebbe una crisi politico-istituzionale, il governo cadrebbe e non c’è attualmente in Parlamento uri alternativa al governo Renzi. Ma può accadere anche molto di peggio" spiega Pera aggiungendo che "se vince il No, l’Italia si dimostra irriformabile e viene meno la fiducia. I mercati esprimeranno sfiducia e ci potremmo trovare in una crisi economico-finanziaria anche più grave".
"Questa è una riforma che serve per fame altre e quindi è necessaria come tante altre. Poi non è che all’estero si va tanto per il sottile: quando si vede un governo caduto perché non ha fatto una riforma, la fiducia crolla – conclude Pera -. Se poi, per la seconda volta in dieci anni, gli italiani bocciano con un referendum la riforma della Costituzione, vuol dire che è una Costituzione dogmatica, irriformabile. Dobbiamo tenercela così. E questo non è consentito, perché siamo in grave ritardo".
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