“La battaglia sul salario minimo ci ha fatto capire che quella sui referendum sarà importante perché se riusciremo ad unire le opposizioni e portare a votare tante cittadine e tanti cittadini avremo fatto una grande operazione di partecipazione e democrazia”: così il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia intervenuto a Sky Start.
“I referendum su lavoro e cittadinanza – ha proseguito – non sono solo questioni tecniche o giuridiche, ma riguardano la vita quotidiana di ciascuno di noi e delle generazioni che verranno.
Vogliamo un lavoro diverso: vogliamo il salario minimo, perché sotto i 9 euro all’ora è sfruttamento; maggiore sicurezza, perché le crescenti morti sul lavoro non sono più tollerabili; vogliamo un lavoro con maggiori tutele e salari dignitosi”.
“Dobbiamo superare il quorum con un impegno massimo e, se supereremo anche solo di un voto il numero degli elettori che ha consentito a Giorgia Meloni di andare a Palazzo Chigi, allora il segnale sarà chiaro: sarà il primo avviso di sfratto.
Sono 12.3 milioni gli italiani che le hanno consentito di andare al governo. Sono convinto che ce ne saranno tanti di più che l’8 e il 9 giugno le diranno che ne hanno abbastanza della loro inadeguatezza”.
MAGI, ‘IUS SCHOLAE NON IN CAMPO, UNICA STRADA REFERENDUM’
“Sulla cittadinanza, è arrivato il momento di allineare l’Italia alle regole che esistono negli altri Paesi europei e svecchiare una legge datata 1992”: lo dichiara il segretario di +Europa, Riccardo Magi.
“L’Italia è cambiata – prosegue -, gli italiani sono cambiati e ci sono tantissime persone che sono nate e cresciute qui, che studiano e lavorano qui, che pagano le tasse qui ma che non sono italiani.
Il referendum cittadinanza dell’8 e 9 giugno è l’occasione per dare questa svolta.
A oggi è sbagliato illudersi e illudere queste persone che ci siano altre strade in campo a parte la consultazione referendaria, e su questa è importante che le forze che si considerano progressiste e liberali concentrino gli sforzi.
Chi dice Ius Italiae come Forza Italia o Ius Scholae come il M5S di Conte in realtà dice ‘ius poi si vede’: se davvero si vuole cambiare la legge sulla cittadinanza si invitino gli italiani ad andare a votare l’8 e il 9 giugno”.
FRATOIANNI, “CINQUE SI’ CONVINTI PER AVS”
“Cinque sì per Alleanza verdi e sinistra, cinque sì pieni, convinti, la tua rivoluzione inizia così. L’abbiamo chiamata in questo modo la nostra campagna perché questa può essere davvero una piccola grande rivoluzione contro una vita precaria che vuol dire una vita insicura, una vita piena di ansia, di paura, quella a cui sono condannati milioni di lavoratrici e di lavoratori nel nostro Paese, ma milioni di persone che non hanno gli stessi diritti di chi vive a fianco a loro, di chi paga le tasse come loro”. Lo ha detto Nicola Fratoianni, leader di Sinistra italiana e deputato di Avs, dopo l’incontro con il segretario della Cgil, Maurizio Landini, tenutosi lunedì 14 aprile.
“Fermare la precarietà – continua – significa affermare che si può vivere in un altro modo, in un modo più giusto, più degno e più equo, questi referendum sono una straordinaria occasione”.
“Da parte nostra un grande grazie alla Cgil per aver promosso questa campagna. Noi saremo in campo per cinque sì, perché vogliamo essere parte e dare un contributo a un cambiamento possibile, ma anche necessario”, conclude Fratoianni.
LANDINI, ‘CON AVS IMPEGNO PER PORTARE MOLTE PERSONE A VOTARE’
“Abbiamo avuto un incontro molto importante. C’è una condivisione comune sull’impegno per una campagna referendaria che porti molte persone a votare”. Lo ha dichiarato Maurizio Landini, segretario della Cgil, lunedì 14 aprile a margine dell’incontro con i due leader di Avs, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni.
“Il nostro obiettivo è raggiungere il quorum per produrre un cambiamento vero, che è quello, attraverso il referendum, di combattere la precarietà, di combattere l’insicurezza, di rimettere al centro della dignità delle persone, il diritto al lavoro e quello alla cittadinanza.
Il messaggio è che con questo referendum le persone possono loro prendere direttamente parola. Non è semplicemente un voto che delega qualcuno a rappresentarti, il referendum è quello strumento che permette alle persone direttamente con il loro voto di partecipare e di poter cambiare la situazione”.