Ho percepito nelle parole del signor Emanuele Esposito una leggera influenza grillina; me ne dolgo, ma non più di tanto. Ho letto su ItaliaChiamaItalia alcuni suoi articoli e ho capito che è un sincero appassionato di buona politica, perciò aspetto che nel tempo si accorga di quanta demagogia c’ è nelle istanze del Movimento che tanto apprezza; o che veda scorrere seduto sulla riva del fiume almeno le maschere di quelli che hanno ipocritamente gridato all’onestà per salire sul carro dei Grillini.
L’onestà, caro Esposito, è il prerequisito indispensabile in qualsiasi ruolo personale, famigliare e sociale, non soltanto politico. E se ci sono politici disonesti, provi a chiedersi se sono stati onesti i loro elettori nel votarli; o se piuttosto la democrazia che lei tanto invoca non è sempre garanzia di cittadini consapevoli e moralmente puliti.
L’agorà ateniese, di lontanissima memoria, che potrebbe per certi versi essere assimilata alla vostra democrazia diretta, non può fare testo rispetto al mare magnum rappresentato da milioni di cittadini di varia istruzione e di sempre più rara consapevolezza. E il pensiero che un pivello come Di Maio sia diventato deputato e vicepresidente della Camera grazie a 180 voti della rete, glielo dico in tutta onestà, caro Esposito, mi toglie il sonno.
Ma non è questo il punto che mi preme trattare con un italiano all’estero della sua capacità di lettura.
Voglio trattare il tema della cancellazione dei vostri sei senatori, che tanto vi fa soffrire e la cui bandiera molti politici astuti, il signor D’Alema e Grillo in prima linea, inalberano per ottenere il consenso degli ingenui nonché di quegli stessi personaggi che temono di perdere la poltrona.
Ha potuto verificare, Esposito, lei così attento e sensibile alle questioni Imu o Canone Rai per gli italiani del mondo (che nessuno dei vostri eletti ha saputo risolvere), la quantità di risultati ottenuti dai succitati senatori al riguardo? Zero, caro amico. ZERO. E nessuna notizia di sblocco per il futuro.
Quindi, lei si adombra e si sconforta per la perdita dolorosissima di politici inutili che sono rimasti per anni inerti o nel migliore dei casi inefficaci nella difesa dei vostri interessi? Meglio perderli che trovarli, costoro! E meglio avere dodici rappresentanti che contano e producono piuttosto che sei fantasmi che si aggirano, nemmeno visti, per le aule parlamentari. Soldi sprecati, stipendi immeritati.
Mi creda, signor Esposito. La riforma che andremo a votare è un primo passo per cambiare il Paese, e gli italiani sono chiamati a votarla proprio nel rispetto di quella partecipazione democratica che lei teme di perdere. E non saranno 180 i voti che decideranno in un senso o nell’altro. Lo dica al suo Di Maio.
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