Nell’imminenza dell’arrivo dei plichi elettorali agli italiani residenti all’estero per il voto referendario sul taglio dei parlamentari, la Senatrice Francesca Alderisi (FI), eletta in Nord e Centro America, ha voluto ribadire il suo appello al No alla modifica costituzionale.
La Sen. Alderisi, tra i firmatari che hanno richiesto il referendum sulla riforma del numero dei senatori (da 315 a 200) e dei deputati (da 630 a 400), in coerenza con il suo voto in Senato ha rimarcato le ragioni della sua posizione.
L’eletta all’estero ha tenuto a evidenziare di non essere ostile alla riduzione dei parlamentari, quanto piuttosto a “un taglio lineare e al di fuori di qualsiasi disegno istituzionale che non sfiora in alcun modo i temi dell’efficienza del Parlamento, dell’autorevolezza della classe politica e del prestigio delle istituzioni che tuttavia si ha l’illusione di sanare con questa riforma”.
Secondo la Senatrice, la modifica costituzionale “muove invece in direzione opposta, si limita a eliminare un terzo della rappresentanza parlamentare senza gli adeguati bilanciamenti, poggiando su basi culturali che vedono le istituzioni democratiche come molesti e superflui orpelli”.
Il messaggio che viene “ingannevolmente diffuso – sostiene Alderisi – è che meno sono i parlamentari, migliore è il funzionamento delle Camere”.
La sen. Alderisi ha poi fatto notare che “l’illusione del taglio di senatori e deputati come di panacea ai mali del nostro Paese avrà ricadute tanto sui nostri connazionali all’estero, già oggi ampiamente sottorappresentati, quanto sui territori meno popolosi della Penisola rendendoli orfani di parlamentari a cui far pervenire le proprie richieste e condannandoli a uno scarso peso sui processi decisionali”.
L’eletta all’estero ha infine osservato come la campagna d’informazione sulle ragioni del Sì e del No sia segnata, in modo particolare nella Circoscrizione Estero, dalle manifeste criticità causate dalla pandemia da Coronavirus. Criticità che, a detta della Senatrice, insieme all’accorpamento del voto referendario con quello per le elezioni regionali e comunali, “hanno impedito e impediscono un’adeguata informazione sulle ripercussioni della riforma ed espongono a seri pericoli soprattutto i nostri connazionali che vivono in aree ad alto rischio contagio da Covid-19”.