“Voterò NO al referendum confermativo della legge di riforma costituzionale che riduce il numero dei parlamentari perché il taglio lineare degli eletti non è un buon servizio reso alla democrazia repubblicana. Diminuire gli eletti senza riformare le Camere e i regolamenti che ne disciplinano il funzionamento non dà alcuna garanzia di migliorare l’attività del Parlamento. Si era cercato di farlo con la precedente riforma, ma il referendum del dicembre 2016 l’ha bloccata. Che coerenza ci sarebbe nell’aver fermato quella che era una riforma strutturale con riduzione dei parlamentari e mandare avanti questa che interviene solo sui numeri senza curarsi se poi il Parlamento possa veramente funzionare? Voterò NO come italiana all’estero perché la riduzione della rappresentanza colpisce noi più degli altri”. Lo dichiara in una nota l’On. Francesca La Marca, deputata Pd eletta in Nord e Centro America e residente in Canada.
“Se i Sì prevarranno e la riforma passerà definitivamente – prosegue l’onorevole dem – per eleggere un parlamentare all’estero ci vorrà un numero di cittadini elettori superiore di tre/quattro volte al numero di cittadini necessario per eleggere un parlamentare in Italia. Perché? Con quale giustificazione? Dove è scritto nella nostra Costituzione che i cittadini hanno un peso diverso a seconda della loro residenza?
Voterò NO come cittadina italiana residente nella ripartizione Nord e Centro America e come rappresentante parlamentare dei connazionali di questa ripartizione.
Per quello che ci riguarda, infatti, con un solo deputato e un solo senatore sarà praticamente impossibile avere un rapporto continuo con gli elettori ed essere presenti in territori grandi come continenti. Chi sarà eletto non sarà più un rappresentante di comunità reali e pulsanti, ma solo un simbolico portavoce”.
“In secondo luogo, già dall’Europa e dal Sud America, dove gli iscritti AIRE sono molto più numerosi, hanno detto che non accetteranno di avere un solo senatore per ciascuna ripartizione, ma vorranno una assegnazione proporzionale alla base elettorale. Questo in concreto significa che rischiamo seriamente di perdere la nostra autonomia e di essere aggregati ad un’altra ripartizione minore, con cui abbiamo poco in comune. Un danno e uno schiaffo in faccia per territori e comunità che hanno contribuito a fare la storia dell’emigrazione italiana nel mondo”.
“Queste posizioni – spiega ancora La Marca, avviandosi alla conclusione – le ho sostenute fin dal primo momento, le ho dichiarate nell’aula della Camera, le ho divulgate pubblicamente. Con assoluta coerenza, anche distinguendomi dalle posizioni del gruppo a cui faccio riferimento. Mi sono costate e mi costano sacrificio, ma la lealtà verso i connazionali del Nord e Centro America viene prima di tutto. Per questo, ripeto, voterò NO e invito coloro che siano convinti delle ragioni che ho appena indicato a fare altrettanto”.