Anche gli italiani all’estero voteranno per il referendum costituzionale. Anzi, molti di loro lo stanno facendo proprio in queste ore. Da più parti del mondo i nostri connazionali ci comunicano di avere ricevuto il plico elettorale e di avere già votato. La politica italiana, che di solito snobba il mondo dell’emigrazione, guarda oltre confine ogni volta che ci sono le elezioni. E dunque anche per l’appuntamento del referendum all’estero si sono recati esponenti di diversi partiti e membri del governo per fare campagna tra gli italiani nel mondo.
Ma ad essere davvero in campagna elettorale permanente da alcune settimane a questa parte sono anche alcuni dei parlamentari eletti all’estero. Non tutti, a dire la verità. Chi più, chi meno, a seconda dell’entusiasmo, della passione. O della convenienza politica.
Ovviamente i parlamentari più attivi in questa campagna referendaria sono quelli del Partito Democratico, a favore del Sì.
Marco Fedi, in Australia, da un paio di mesi ormai sta battendo il territorio a tappeto, tra incontri con i connazionali, riunioni, interventi nelle università e interviste sui media. Nelle ultime settimane anche il senatore Francesco Giacobbe, eletto come Fedi in Australia, ha iniziato a muoversi a favore del Sì, partecipando a eventi e conferenze.
In Europa ci sono i dem Alessio Tacconi, Laura Garavini e Gianni Farina a spingere forte sull’acceleratore.
Tacconi ha iniziato il suo tour in Europa già giorni fa e ItaliaChiamaItalia lo ha seguito nelle sue diverse tappe. Garavini, intervenendo a Montegnée insieme al Presidente del Gruppo Socialista e Democratico al Parlamento Europeo, Gianni Pittella, e alla coordinatrice dei Comitati per il sì in Europa, Maria Grazia Troiano, ha sottolineato ancora una volta la necessità di un Sì per proiettare l’Italia nel futuro. Farina sarà venerdì 18 novembre, alle ore 19.00, nella sede del Comites, in Rue du Valentin 12, a Losanna, per discutere, tra le altre cose, di referendum con i connazionali.
Non è finita qui. Deputati e senatori Pd parteciperanno domani alla “mobilitazione per il Sì” al referendum costituzionale che si svolgerà in venti città europee. L’iniziativa è promossa dai comitati Basta un Sì e civici ed ha lo scopo di spiegare ai tanti cittadini italiani all’estero le ragioni della riforma. In particolare, la deputata Laura Garavini, dell’Ufficio di presidenza del Gruppo, sarà a Londra, Ernesto Carbone a Stoccolma e Marietta Tidei a Nizza. Sul campo anche i senatori: Roberto Cociancich sarà a Bruxelles, Stefano Collina a Parigi, Venerina Padua a Madrid e Mauro Del Barba a Copenaghen.
“La riforma costituzionale – spiega Garavini – segnerà una svolta per il Paese, rendendo finalmente realtà quanto auspicato per decenni da diverse forze partitiche. Si renderà meno burocratico il processo legislativo, cioè il modo con cui lo Stato prende delle decisioni. L’Italia diventerà un paese più governabile. Il che non significa che avremo un uomo solo al comando. La riforma – sottolinea in conclusione la deputata – non tocca minimamente né i poteri del Capo del Governo, né quelli del Presidente della Repubblica”.
Tra gli eletti all’estero che più si stanno battendo in questa campagna referendaria troviamo anche il senatore Aldo Di Biagio, Area Popolare, che nei giorni scorsi ha visitato diverse città europee dove ha incontrato gli italiani residenti per parlare di riforme e ribadire la necessità di votare Sì al referendum costituzionale. Di Biagio è convinto che agli italiani nel mondo convenga dire Sì. “Conviene anche agli italiani nel mondo dire Sì alla riforma costituzionale – ha dichiarato di recente intervistato da Italiachiamaitalia.it – Per un’Italia più semplice e veloce, in grado di dare benefici e risposte più rapide a tutti gli italiani, anche a quelli residenti oltre confine”.
Questi sono secondo noi di ItaliaChiamaItalia i deputati eletti all’estero che più si stanno impegnando, sul territorio, sui media e sui social, in questa campagna referendaria.
Sul fronte del No al momento, per quanto riguarda gli eletti all’estero, c’è poca cosa. Un timido Guglielmo Picchi, un po’ in difficoltà nella sua nuova veste di leghista quando cerca il contatto con quelle comunità italiane in Europa formate da calabresi, siciliani, pugliesi e campani, non riesce a sfondare con la sua campagna referendaria. Appare solo contro tutti, povero nella comunicazione, non capace di incidere nel dibattito.
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