Terminato il soggiorno americano, il premier Matteo Renzi atterra nuovamente nel vecchio continente. A quarantacinque giorni dall’appuntamento referendario, ad attenderlo c’è Bruxelles, con l’ennesimo Consiglio Europeo. Al centro del contendere la manovra finanziaria e ovviamente la questione relativa ai migranti.
“La legge di bilancio rispetta totalmente le regole europee” ha dichiarato Renzi a Washington davanti ad una platea internazionale. E ha poi incalzato: “Se l’Ue solleverà punti specifici su cui discutere, noi siamo pronti ad ascoltare. La procedura d’infrazione la stiamo aspettando sì, ma per quei paesi che avevano promesso di accogliere i migranti e non lo stanno facendo, chi doveva rispettare le regole europee e invece non lo sta facendo”.
Sappiamo essere un momento critico per la politica economica e più in generale per tutta la politica italiana. E’ atteso un comportamento intransigente da parte della Commissione guidata da Jean-Claude Juncker. In attesa di sapere se le decisioni di Bruxelles in merito alla manovra finanziaria potranno incidere sull’esito del referendum, ItaliaChiamaItalia ha ascoltato la voce dell’On. Laura Garavini, deputata del Pd eletta nella Circoscrizione Europa.
Il 4 Dicembre è ormai prossimo. Quali sono le sue impressioni in merito al referendum?
Io sono una sostenitrice del Sì e spero che gli italiani comprendano il valore storico di questo appuntamento destinato a rendere il Paese più moderno, più efficiente e più consono a quelli che sono i tempi di oggi. Si tratta di una riforma voluta già da diversi decenni da più forze politiche. Non è un caso che molte di queste stesse forze l’abbiano votata alla Camera e al Senato per poi cambiare idea e divenire oggi sostenitori delle ragioni del No.
Se dovesse vincere il No ci sarebbero delle ripercussioni negative per gli italiani all’estero?
Moltissime. Se vince il Sì si ribadirà la credibilità che il Governo ha conquistato in questi anni. Se dovesse invece vincere il No avremmo forte instabilità, l’Italia si dimostrerà un paese incapace di cambiare e perderà la fiducia di tutti quegli osservatori internazionali che guardano con entusiasmo al nuovo Paese. Perdendo la stima da parte di questi plausibili investitori ci sarebbero dunque dei gravi danni per l’economia a scapito della creazione di nuovi posti di lavoro.
La vittoria del sì potrebbe dunque rappresentare un fattore di crescita per l’Italia?
Sicuramente potrebbe incidere positivamente sulla ripresa economica del Paese.
In caso di vittoria del Sì, Matteo Renzi potrebbe trasformarsi – come suggerito dal Presidente Obama – nel nuovo “leader dell’Europa”?
Se dovesse vincere il Sì, la credibilità che il Governo di Matteo Renzi è riuscito in questi tre anni a conquistare verrebbe confermata. La credibilità di essere un paese capace, un paese leader anche e soprattutto al livello europeo. Se vincesse il No, questo rappresenterebbe un grave danno non solo per l’Italia, non solo per gli Italiani nel mondo, ma anche e soprattutto per l’Europa.
E’ di poche ore fa la notizia in base alla quale Il TAR ha dichiarato inammissibile per difetto di giurisdizione il ricorso presentato dal M5S e da Sinistra italiana che definiscono ingannevole il contenuto del quesito referendario.
Nessuno aveva messo in dubbio il quesito e il titolo della riforma in via preliminare, dunque il ricorso si è semplicemente rivelato per quello che è, ovvero l’ennesimo tentativo di carattere puramente strumentale, giustamente – caduto nel vuoto.
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