Graziano Delrio, ai microfoni di Radio Cusano Campus, sul referendum di domenica ha dichiarato: “La campagna referendaria è stata una occasione importante per discutere di Costituzione, almeno per chi lo ha fatto. Per altri, invece, è stata un’occasione per continuare nel chiacchiericcio della politica, cercando di confondere le idee degli elettori, dicendogli di votare con la pancia e non con la testa. Per alcuni è stata un’occasione persa”.
Secondo Delrio dovrebbero votare sì anche gli elettori di Movimento Cinque Stelle, Lega e Forza Italia: “Questa è una riforma che fa nascere il Senato delle autonomie, finalmente avremmo una rappresentanza delle comunità locali. Un leghista dovrebbe votarla solo per questo. Poi la riforma riduce i costi della politica, toglie gli stipendi ai senatori, quindi uno che ha fatto della battaglia ai costi della politica un mantra, come un cinque stelle, dovrebbe apprezzarla. Per quanto riguarda Forza Italia, i parlamentari questa riforma l’hanno votata, e ne erano assolutamente convinti, fino a quando non abbiamo eletto il Presidente della Repubblica”.
Delrio fa capire che Renzi farebbe bene a dimettersi se dovesse vincere il no: “Se dovesse vincere il no il sole sorgerà comunque, l’Italia è un Paese molto forte, ha istituzioni molto solide. Qualche fibrillazione sarebbe ovvia, nel senso che noi vogliamo essere onesti, vogliamo semplicemente dire che se non abbiamo convinto gli italiani ne prendiamo atto. Non diremo che abbiamo quasi vinto se dovessimo perdere. Un po’ di fibrillazione ci sarebbe, tre anni fa questo Paese non riusciva a formare un Governo, non riusciva ad eleggere un Presidente della Repubblica e aveva un’economia che perdeva 2 punti di Pil. Ci sarà un po’ di fibrillazione. Io sono stato con Matteo Renzi fin dall’inizio, ci siamo dati come stile quello della franchezza, vogliamo superare questi riti della politica vecchia, che non prende atto quando i cittadini danno segnali. Andare al Quirinale se dovesse vincere il no sarebbe un atto di onestà nei confronti dei cittadini”.
Sul sì di Romano Prodi: “Ne sono stato molto felice, ha riconosciuto nella riforma una continuità nel progetto dell’Ulivo, quello di una democrazia semplice, europea, in grado di decidere e portare avanti il Paese nell’ottica di un rispetto del voto popolare”.
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