A dieci giorni dal referendum costituzionale il fronte del si’ punta su un arma finora tenuta nel cassetto: il coinvolgimento nella campagna di tutte quelle associazioni, sindacali e di categoria, i cui vertici hanno annunciato il voto favorevole: ad essi si chiede di farsi parte attiva rispetto ai propri aderenti per spingerli a recarsi alle urne. Un opera di convincimento basata sul rapporto diretto, molto piu’ potente dei social o dei comizi. Si tratta spesso di associazioni “bianche” e Renzi punta alla “competition” con il mondo “rosso” schierato (come Cgil o Fiom) per il No.
Proprio su questo tasto si spinge per mobilitare gli iscritti della Cisl, dopo l’appoggio di Annamaria Furlan alla riforma e quello del segretario della Fim Marco Bentivogli. Non che Renzi sia amatissimo, ma a far da ufficiali di collegamento sono ex sindacalisti come Pier Paolo Baretta o Giorgio Santini, gia’ vicesegretari Cisl. Analogo discorso vale per altre associazioni di categoria, come Confindustria, Confcooperative, Confcooperative, Cna, Cia, Confartigianato, Coldiretti, i cui leader hanno pubblicamente sponsorizzato il Si’: l’appoggio, e’ la parola d’ordine, deve scendere tramite le associazioni regionali fino a convincere i singoli aderenti. La strategia e’ gia’ operativa. Poche settimane fa il presidente degli industriali Vincenzo Boccia ha convocato a Roma i presidenti Regionali, facendoli incontrare con Marcello Pera e Luciano Violante, fautori del Si’. La Confcooperative si e’ espressa con convinzione in favore delle riforme e del Si’ con un documento, e il presidente Maurizio Gandini, si e’ speso in queste settimane. A favore si e’ espresso anche il presidente della Cna, Daniele Vaccarino.
L’Associazione ha numeri da capogiro: le cooperative agricole sono 3.459 con 439.249 soci; quelle sociali 5.879 con 218.211 soci; le coop in ambito sanitario sono 334 con 110.00 soci, e cosi’ via . In Legacoop, il presidente nazionale Mauro Lusetti, ha detto che l’Associazione “esprime un giudizio positivo sulla riforma” e invita a recarsi alle urne, ma lascia liberta’ di voto. Ma il potente presidente di Legacoop dell’Emilia Romagna, Giovanni Monti, ha evitato perifrasi: “voto si’ e faro’ votare si'”. Ma e’ soprattutto sul mondo agricolo che si fa affidamento: Coldiretti ha gia’ aiutato a raccogliere in primavera le firme per il referendum (loro sono 100.000 firme su 500.000).
Sia il presidente Roberto Moncalvo che il segretario generale Vincenzo Gesmundo si sono pronunciati pubblicamente: ora gli si chiede di attivare tutta la struttura: 18 Federazioni regionali, 98 Federazioni provinciali, 765 Uffici di zona e 9.812 sezioni periferiche e 568.000 imprese che coprono capillarmente l’Italia. Stesso discorso per la Cia: dopo il “si’ convinto” del presidente Dino Scanavino, si chiede di convincere i 900.000 soci. E se anche il presidente di Confagricoltura Mario Guidi, riuscira’ a mobilitare i 668.200 soci, il 5 dicembre Renzi potrebbe sorridere.
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