"Al Referendum istituzionale voto un sì convinto. Ho votato la legge in Parlamento ed è una riforma che, soprattutto dal punto di vista del potere dello Stato rispetto al potere di veto e di paralisi delle Regioni, fa passi giganteschi in avanti". Lo afferma l’ex presidente della Camera Pierferdinando Casini. Che intervistato da Affari Italiani aggiunge: "Tutti sottolineano i temi connessi al bicameralismo, ma quello centrale è che lo Stato si riappropria di funzioni fondamentali e si supera un potere di veto e di paralisi che le Regioni hanno avuto in questi anni, dalla modifica dell’Articolo Quinto in poi. Per cui ci sono ampie motivazioni per votare sì".
Dall’altra parte continua l’attacco a Renzi da parte di Renato Brunetta, capogruppo azzurro alla Camera. La stampa estera in questi ultimi giorni si è schierata a favore del premier e del Sì al referendum. Da El Pais a Le Monde al Financial Times. Brunetta non ci sta: “Errori da matita blu. Se vince il Si’ al Referendum autunnale Renzi resta a Palazzo Chigi fino al 2018, e dopo, con l’Italicum, arriva Grillo. Altro che instabilita’, instabilita’ al cubo”. Per Brunetta “la vera soluzione per i nostri problemi e’ una sola. La vittoria del No al Referendum, Renzi a casa, e una nuova fase politica con la quale far realmente ripartire il Paese”. E poi una “notazione finale, volutamente ironica, ma non troppo. Togliete il vino ai bravi e giovani corrispondenti in Italia dei giornaloni stranieri. Da sobri si evitano simili incomprensibili svarioni", conclude Brunetta. Che però continua a parlare del referendum come una soluzione a Renzi, una impostazione sbagliata visto che la riforma andrebbe commentata nel merito e visto che nessuno ci assicura che vincendo il No Renzi andrà a casa davvero o che si voterà prima del 2018.
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