Pier Ferdinando Casini, presidente della Commissione Esteri del Senato, è in campo con l’iniziativa dei “centristi per il Sì” al referendum. Da giorni sta cercando di spiegare le ragioni del Sì, evidenziando allo stesso tempo cosa potrebbe accadere se invece vincesse il No.
Per il leader centrista “il referendum sarà lo spartiacque della politica italiana, finalmente avremo un momento di verità”, “da un lato chi tenta di riformare le istituzioni dopo decenni di insuccessi, dall’altro una variegata convergenza di persone che cercano solo di bocciare il governo e il premier Renzi”.
“Da D’Alema a Monti, da Pomicino a Zagrebelsky, tutti seminano vento, ma a raccogliere i frutti saranno Grillo e i 5 stelle che potranno dimostrare che siamo irriformabili e solo loro sono i demiurghi del cambiamento”. Casini racconta che “girando l’Italia coi ‘centristi per il Sì ho visto che la maggior parte dei moderati voterà Sì: hanno capito che con il No a vincere non sarà Berlusconi ma Grillo”.
Berlusconi ha ribadito in modo chiaro il suo No. “Fa il minimo indispensabile per non mettere in discussione l’alleanza con Salvini e la Meloni, è una posizione conservativa. Ma è troppo intelligente per impegnarsi seriamente in questa campagna, perché teme Grillo e come ogni italiano serio che abbia interessi cospicui, sa il rischio che corre. Lui è l’ultimo a poter credere alle sciocchezze sulla deriva autoritaria di Renzi. Fa campagna per il No, ma in do minore”.
Cosa succederà se vincesse il no al referendum costituzionale? “La matassa dovrà dipanarla il Capo dello Stato, in quella sede si dovrà prendere una decisione sul prosieguo della legislatura. Difficile creare una maggioranza alternativa. C’è un cartello di No ampio ma tanto variopinto e in sè contraddittorio che possono solo bocciare tutti insieme Renzi”, risponde il presidente della commissione Esteri del Senato.
Se vincerà il No sarà la fine delle riforme per anni, come dice Renzi? “Non c’è dubbio – risponde – sarà la prova che l’Italia è un paese irriformabile e il danno internazionale sarà enorme. Ci sono state diverse bicamerali sulle riforme. Tutte fallite. La vittoria del No sarebbe una ferita da cui l’Italia potrà riprendersi, a fatica, dopo molti anni. Chi si illude che non sia così e il processo delle riforme possa ripartire subito, o è in malafede o fuori dal mondo”.
Dunque “i moderati che vogliono salvare il Paese aiutano Renzi, evitando che l’Italia assuma una deriva preoccupante – conclude Casini -. Parisi è una persona per bene, anzi per benissimo, ma la sua iniziativa politica non è palpabile”.
Discussione su questo articolo