L’obiettivo è andare al voto nella prossima primavera per chiedere la modifica dell’attuale legge. Il quesito referendario – depositato lo scorso 7 settembre dalle Associazioni Luca Coscioni, Meglio Legale, Forum Droghe, Antigone, Società della Ragione e da alcuni rappresentanti dei partiti +Europa, Possibile e Radicali italiani – propone infatti di intervenire sia sul piano della rilevanza penale per quanto riguarda le condotte legate alla cannabis, sia su quello delle sanzioni amministrative in riferimento alla detenzione.
Già nella prima settimana di mobilitazione, iniziata l’11 settembre e portata avanti grazie allo strumento della firma digitale tramite SPID, si era già superata la soglia minima di 500.000 firme prevista per la convocazione di un referendum.
“Oggi abbiamo portato in Corte di Cassazione le firme di oltre mezzo milione di italiane e italiani. La risposta è stata straordinaria ma non sorprendente: hanno preso parte molti giovani, oltre il 70% delle persone che hanno firmato ha meno di 35 anni. Le sottoscrizioni sono arrivate dalle grandi città ma anche dai piccoli comuni. Un’omogeneità che sottolinea la portata e l’interesse del tema” – ha detto Marco Perduca, Presidente del Comitato Referendum Cannabis e membro dell’Associazione Luca Coscioni.
“Con un Parlamento immobile sui diritti, l’arma referendaria è l’unico modo con cui i cittadini possono far sentire la loro voce. Al centro della prossima Conferenza Nazionale sulle Droghe, in programma il 27 e 28 novembre, ci devono essere le evidenze dei risultati delle politiche proibizioniste, gli effetti nocivi dell’attuale legge. Le persone ci chiedono un cambiamento, non è più possibile rimandare.” – hanno detto Antonella Soldo (Meglio Legale) e Riccardo Magi (+Europa) membri del Comitato promotore.
Il Referendum Cannabis è promosso dalle Associazioni Luca Coscioni, Meglio Legale, Forum Droghe, Società della Ragione, Antigone e dai partiti +Europa, Possibile, Radicali italiani, Potere al Popolo, Rifondazione Comunista, Volt e Sinistra Italiana.