Aldo Di Biagio, senatore di Area Popolare eletto nella ripartizione estera Europa, intervistato dal giornale croato Vecernji list, parla di referendum costituzionale.
“Il Referendum sulla Riforma Costituzionale è un appuntamento che ritengo molto importante per l’Italia”, sottolinea Di Biagio, che poi prosegue: “Personalmente sono un sostenitore della riforma, anche se la ritengo perfettibile e avrei preferito che si declinasse un sistema sul modello tedesco, ma questo non intacca la convinzione che il superamento del bicameralismo perfetto sia un passaggio necessario”.
“Forse, a questo punto, sarebbe stato più utile eliminare interamente il Senato, ma il testo che si è definito è il frutto della mediazione ottenuta al tavolo con il centrodestra. Bisogna essere molto chiari su questo punto: non si tratta della riforma di Renzi, è una riforma alla quale hanno lavorato anche forze politiche come Forza Italia, che però si è sottratta alla fine, per cercare un’alleanza in chiave populista”.
“La Riforma è in sé fedele all’architrave del popolarismo europeo ed è per questo che, nel sostenerla, rimango personalmente fedele a quello scenario e coerente con la mia storia personale e politica”.
“Peraltro – prosegue Aldo Di Biagio – non mi si potrà dire che sostengo il Sì per una questione di interesse personale, dal momento che questo voto va esattamente contro i miei interessi di senatore e di eletto all’estero. Eppure sono fermamente convinto che davanti a una proposta di riforma quale quella attuale sia doveroso non guardare ai propri interessi, ma al bene del Paese”.
Di Biagio pronto a candidarsi alla Camera, se passasse il Sì? “Penso sia prematuro parlare di una mia futura candidatura. Certamente se passasse la riforma si aprirebbe una stagione importante per la politica italiana alla quale mi piacerebbe partecipare. La prossima legislatura dovrebbe infatti occuparsi di creare le condizioni per incardinare la riforma nel sistema e credo sarebbe un periodo denso di sfide molto interessanti, nel quale la politica potrebbe recuperare un po’ di credibilità”.
Dunque, spiega ancora il senatore che sta visitando i connazionali d’Europa per sostenere il Sì al referendum, “qualora il referendum non dovesse passare, vedremo il da farsi: non fasciamoci la testa prima di essercela rotta, ma penso sarebbe come fare retromarcia su un percorso avviato, dando l’impressione che l’Italia sia irriformabile. D’altro canto anche in Croazia si è andati verso una riforma in questo senso”.
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