Dall’analisi dei dati d’affluenza di tutte le competizioni elettorali referendarie, da quando si è votato all’estero, ne risulta che, per questo referendum costituzionale, ha votato circa il doppio degli aventi diritto al voto. Un dato molto positivo, che mostra una partecipazione forte e molto sentita specialmente se si tiene in considerazione che il voto referendario soprattutto all’estero si e’ sempre contraddistinto per l’elevato astensionismo. Tutti i dati, inclusi gli ultimi, hanno un’approssimazione per difetto per facilitarne la lettura:
Doppio referendum art 18- elettrodotti 2003 -23%
Fecondazione Assistita 2005 – 20%
Confermativo sulla riforma costituzionale 2006 – 27%
Premio magg./Abrogazione candidature multiple 2009 – 20%
(Nucleare e Acqua) 2011 – 23%
Trivelle 2016 aprile – 19%
Costituzionale 2016 dicembre – 40%
In Gran Bretagna, da dove vi scriviamo, secondo le stime di Palazzo Chigi, il voto estero è stato di 87.400 persone, cioè circa il 37% degli aventi diritto. Un voto anche qui superiore a tutte le consultazioni elettorali storiche che si sono avute. Se si considera, infatti, le ultime tre competizioni politiche ne risulta una media d’affluenza, tra Camera e Senato, pari circa al 32% nel 2013, affluenza analoga per le politiche del 2008; e del 31% per le politiche del 2006.
Dalla comparazione della partecipazione elettorale con gli ultimi due referendum in Gran Bretagna si evince un aumento del 14% dei votanti rispetto al 2011, per il referendum su Nucleare e Acqua dove ha votato il – 23% degli iscritti Aire, ed un incremento addirittura del 17% rispetto al recentissimo Referendum di aprile 2016 sulle Trivelle, che ha segnato una partecipazione elettorale di appena il 20%.
I voti degli italiani all’estero sono stati trasportati con 195 corrieri diplomatici, partiti da 195 sedi, e arrivati all’aeroporto di Fiumicino su 210 diversi voli accompagnati da funzionari del ministero degli Esteri.
Maria Iacuzio e Luigi Reale
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