L’avvocato Antonio Mumolo, che fa parte di ‘Avvocato di strada’, una rete di legali che si occupa delle persone in estrema difficoltà, ha affrontato la questione del reddito di cittadinanza ai senzatetto.
“Le cose vanno esattamente al contrario di come dovrebbero andare – ha affermato Mumolo parlando a Radio Cusano Campus -. Il reddito di cittadinanza non sarà percepito dalle persone senza dimora, quindi sono stati esclusi i soggetti più deboli, che hanno maggiori difficoltà, che sono diventati poveri e sono finiti in strada e avrebbero proprio bisogno di una somma per risollevarsi”.
“Il reddito di cittadinanza ammonta a 780 euro, di questi 780 euro, 280 vengono dati al beneficiario per pagare l’affitto in presenza di un contratto di locazione. Ovviamente chi vive sotto un ponte non ha un contratto di locazione e quindi non avrà questi 280. Ma non avrà neanche i restanti 500 euro perché questa somma viene data solamente a coloro che hanno almeno 10 anni di residenza in Italia e 2 anni di residenza continuativa prima di depositare la domanda per ottenere il reddito. Però se sono persone senza dimora ovviamente la residenza non ce l’hanno”.
“C’è anche un’ulteriore elemento. La legge dice che bisogna avere la residenza durante tutti i 18 mesi di erogazione del beneficio. Quindi se una persona inizia a prendere il reddito di cittadinanza e poi viene sfrattata e finisce in strada, non solo perde la casa ma perde anche il reddito di cittadinanza perché non ha più la residenza. Una misura che doveva servire ad aiutare le persone più deboli in realtà non serve a questo”.
“Mentre si stava discutendo in Parlamento, noi come Avvocati di strada avevamo scritto un emendamento alla legge e questo emendamento è stato portato all’attenzione del Parlamento dalla Federazione italiana che si occupa delle persone senza fissa dimora. Questo emendamento è stato portato alla discussione ma non è stato accolto. I senzatetto non avendo residenza non votano, forse per questo c’è uno scarso interesse della politica nei loro confronti. Noi stiamo presentando una petizione online per raccogliere 50mila firme e poi chiederemo che venga immediatamente disposta una modifica normativa per erogare il reddito di cittadinanza a queste persone, una volta passate dai servizi sociali”.