Il direttore del "Il Giornale", Alessandro Sallusti, rischia di finire in carcere e di starci per quattordici mesi. Ora, io trovo che la vicenda sia assurda. In primo luogo, né i genitori della ragazza che era stata fatta abortire né il ginecologo che aveva praticato quell’aborto deciso per via giudiziaria si erano sentiti diffamati. In secondo luogo, il giudice in questione non era stato nominato nell’articolo incriminato. Per questo motivo, io trovo che la vicenda sia assurda e kafkiana. In pratica, sembra che qui ci sia un "reato d’opinione". Io penso che anche la semplice definizione di "reato d’opinione" debba essere rivista. Tra l’altro, di situazioni strane ce ne sono troppe. Ad esempio, è punibile il "saluto romano" mentre non (di fatto) è punibile il bruciare la bandiera italiana. Ad esempio, non mi risulta che siano stati puniti i "No Global" che hanno bruciato le bandiere italiane, durante alcune loro manifestazioni. Ciò è molto grave. Troppo spesso, vi sono i classici "due pesi e due misure". Ad esempio, sul presidente Berlusconi è stato detto di tutto e di più, mentre altri personaggi sono intangibili. Questo Paese è balzano.
In questo Paese non si punisce chi occupa abusivamente un appartamento delle case popolari (che magari è già occupato) mentre non viene aiutato chi si trova con l’appartamento occupato abusivamente. Quindi, il caso Sallusti fa parte della norma… purtroppo.
Tornando proprio al caso Sallusti, l’articolo incriminato non è stato scritto dal direttore. Questo è ancora più assurdo. Qui c’è il rischio che la libertà di espressione sia messa a dura prova. Per questo ritengo che il "reato d’opinione" vada modificato o abolito. Un conto è istigare all’odio o all’illegalità… un altro è dire la propria opinione. Se dire la propria opinione comporta il rischio del carcere, la situazione della nostra libertà non è buona. I politici cambino la legge sul "reato d’opinione". A Sallusti va la mia solidarietà.
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