Mani forti su Rcs MediaGroup, che dopo il rally della vigilia mette a segno un nuovo balzo del 21,43% a 0,85 euro, dopo alcune sospensioni dagli scambi, portando al 52,6% i guadagni incamerati in sole due sedute. I volumi sul titolo appaiono vivaci, soprattutto considerando gli scambi solitamente al lumicino sulla societa’, visto anche lo scarso flottante. Sono passate di mano 4,9 milioni di azioni, pari a quasi lo 0,7% del capitale, due volte e mezza rispetto a ieri e piu’ di venti volte rispetto a venerdi’.
Il mercato crede che si possano aprire nuovi ‘giochi di guerra’ sull’editore del Corriere della Sera, intrecciando gli scenari possibili su Rcs con quelli attesi su Mediobanca. La ‘galassia’ insomma resta al centro delle scommesse di Borsa, in vista di un autunno che potrebbe vedere delle grandi manovre su tutto il cosiddetto ‘salotto buono’. Piazzetta Cuccia sale del 3,66% a 3,73 euro, favorita anche da uno studio favorevole di Equita (con una promozione a ‘buy’) che in pratica saluta l’appeal speculativo sul titolo legato alle notizie di spin off, vista la bassa valutazione sul mercato, pur ritenendo improbabile lo scenario che parla di uno scorporo delle partecipazioni.
Nel caso di Rcs, gli occhi sono puntati innanzitutto su Diego Della Valle, che in primavera aveva lasciato il patto di sindacato sbattendo la porta e dicendo di voler ‘crescere ancora’ dal 5,4% attuale, rafforzandosi ‘il prima possibile’. Non e’ noto ovviamente chi sia in manovra sul titolo, ma nel dubbio il mercato si accoda.
Della Valle aveva lasciato il ‘parlamentino’ del patto Rcs in aperta polemica con il metodo seguito per il rinnovo del consiglio di amministrazione, definendolo una ‘frittata malfatta’ criticando soprattutto la scelta di allontanare Antonello Perricone, prima di aver individuato un nuovo A.d.
Su Rcs si sono inseguite diverse ipotesi negli ultimi giorni, a partire dalle notizie di stampa su un possibile aumento da 400 milioni all’esame del nuovo numero uno, Pietro Scott Jovane, fino agli scenari di uno studio Mediobanca che parlava di diverse opzioni possibili, incluso il coinvolgimento di un socio industriale. Fonti finanziarie tendono poi ad accreditare l’idea che Scott Jovane finira’ col rafforzare il capitale tramite un’obbligazione convertibile in piu’ fasi, al raggiungimento di determinati step del piano industriale. L’A.d dara’ pero’ nel dettaglio il proprio piano solo in autunno tracciando quindi anche le misure possibili di intervento sul capitale (un’assemblea al riguardo sara’ in ottobre, ma e’ atteso un rinvio delle decisioni).
Ad accendere le scommesse che qualcosa possa succedere su Rcs e’ in realta’ il fermento in attesa del consiglio di amministrazione di Mediobanca convocato la prossima settimana per un aggiornamento sulla situazione di Fonsai e Unipol e che secondo le attese potrebbe vedere un confronto sull’operato dell’A.d di Piazzetta Cuccia, Alberto Nagel, anche alla luce dei controversi fogli con i supposti patti con i Ligresti, finiti al vaglio della Procura. Sulla vicenda si e’ espresso poco dopo Ferragosto il numero uno di Unicredit Federico Ghizzoni escludendo scenari di tempesta. Nell’azionariato della banca si registrano pero’ voci contrastanti, con malumori di varia natura sulle molte partite recenti, oltre al cambio in Rcs: a partire dalla ‘cacciata’ di Cesare Geronzi dalle Generali, seguita dopo un anno da quella di Giovanni Perissinotto, sostituito da Mario Greco.
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