Rivoluzione nei palinsesti Rai, rottamato un format su tre. Cambia tutto e Ballarò va a gambe levate, in fondo a quattordici anni di onorato servizio. Salta il programma di Giannini, la rivoluzione produrrà i suoi effetti nella prossima stagione. Anche “Virus” di Nicola Porro è consegnato ufficialmente agli archivi. Impensabili avvicendamenti e novità. Anche in “Domenica In”. Saltano teste importanti come tappi di champagne. Ritornano in Rai professionisti che un po’ di storia l’hanno scritta a viale Mazzini e dintorni.
Ufficiale il recupero di Michele Santoro, le grandi novità firmate da Monica Maggioni, Antonio Campo Dell’Orto e Daria Bignardi ripresentano sulla scena Gard Lerner e Giuliano Ferrara. Sarebbe il caso di dire, prendendo spunto da un antico adagio napoletano, che il padrone è uscito davvero pazzo. Mentre più in là, lontano dalla Rai, la casa editrice dell’Unità nomina Bobo direttore. Bobo, ovvero Sergio Staino, giornalista e soprattutto vignettista, prende il posto di Erasmo D’Angelis. Il nuovo direttore prenderà le redini del quotidiano fondato da Antonio Gramsci il primo luglio. Staino ha inviato al segretario del Pci, nonché presidente del Consiglio, Matteo Renzi, un fax e un email comunicando la disponibilità a fare il direttore. La svolta è nata da un provocazione del popolare Bobo: “Bisogna ridare un’anima al nostro giornale. E per farlo ci sono io, non è uno scherzo”.
Staino scenderà dalla sua splendida residenza di San Martino alla Palma, sulle colline fiorentine di Scandicci, e lancerà a Roma il “Sasso di Dante”. Dal nome della vignetta che il Corriere Fiorentino pubblica fin dal primo numero.
Il terremoto estivo in Rai. Un autentico sisma, tout court. Da dove vogliamo cominciare? Principiamo dai nuovi arrivi. Veltroni ha scritto il format di un programma d’intrattenimento, “Le dieci cose più belle”, prodotto da Magnolia, quattro puntate in autunno. Lo show di Mika su Rai2, da novembre, sarà pieno di musica e di storie di persone comuni.
Alessandro Sortino è una delle facce totalmente nuove con il suo programma stile Le Iene, dal titolo Nemo, scritto per RaiDue. Un gruppo di giovani inviati d’assalto girerà l’Italia e il mondo a caccia di storie dure, piene di spigoli. Un format comprato dalla Fremantle Media di Lorenzo Mieli.
Giuliano Ferrara tornerà in Rai come autore del programma di Pietrangelo Buttafuoco e Mario Sechi. Sulla Terza Rete, Gad Lerner proporrà “Italia Islam”, sei seconde serate, ognuna di quaranta minuti. “Il suo viaggio è servizio pubblico”, assicura Daria Bignardi.
Teo Mammuccari torna con “It’s only tv”, è solo tv, che metterà di fronte due squadre di ospiti chiamate a rispondere a domande sulla tv. Format francese della Banijay Internationale, è stato acquistato dalla Rai a un prezzo pare particolarmente invitante. Un affare, dicono.
Fabio Fazio guida il gruppo dei confermati. Il suo “Rischiatutto” avrà spazio su RaiTre. Nove puntate in tutto, la prima in autunno. Sorge spontanea a questo punto la domanda: che ne sarà di “Che Tempo che fa”? Viene spostato alla domenica e durerà tre ore.
Roberto Benigni tornerà in Rai dopo la sua tournèe autunnale, senza ispirarsi a un tema specifico come La Costituzione e i Dieci Comandamenti. Due serate di satira sulla rete ammiraglia dell’ente di Stato, orario d’inizio le 21:15. Un quarto d’ora prima rispetto agli scorsi e rispetto a Mediaset. Il sabato addirittura alle 20:40.
Confermato anche Gazebo, per lui una fascia quotidiana sulla terza rete alle 20:10, quattro giorni alla settimana. Il resto è un viaggio fra trombati e cancellati.
La fine dell’era Ballarò è una questione epocale. Un’occasione d’oro per i polemisti di professione. Il nuovo programma durerà novanta minuti. C’è tanta curiosità per le scelte di Daria Bignardi, capo di RaiTre. Alla Vigilanza ha fornito abbondanti, ricche anticipazioni. Emerge comunque la volontà di esplorare e rinnovare. La zavorra è tanta e l’obiettivo è razionalizzare gli spazi nel segno dell’innovazione. Il sogno sarebbe quello di convincere nel tempo Crozza, magari pensando che possa essere il comico stesso a chiedere a breve di entrare in Rai. Ovviamente con minori pretese economiche. Daria Bignardi, il direttore, conta di farcela.
RaiTre si appropria di una sorta di zona franca in cui giocare e questo sarebbe di per sé un risultato notevole. Il tempo dirà e non si dovrà aspettare molto per capire dove la direzione di RaiTre intende andare a parare. La linea comunque è tracciata.
Conti alla mano, la Rai cambia o aggiorna il 37% dei suoi programmi da un anno all’altro. L’intervento sui palinsesti è forte, l’obiettivo evidente e confesso è lasciare il segno. Molte idee vengono prese all’esterno, ne è prova l’acquisto di format anche internazionali e l’avvio di coproduzioni con aziende private. Succede di norma nell’intrattenimento, adesso la tendenza è che la tacita regola possa trovare applicazione anche nell’informazione. Sarà rinfrescato il format di “Domenica In”. Vanno in congedo entrambi i conduttori. Emerge quindi la necessità di cercarne due e nuovi di zecca.
Massimo Gilletti è confermato a L’Arena, ma non vedremo più Salvo Sottile, spostato a “Mi manda RaiTre”. E Paola Perego? Anche in forza del suo legame con l’impresario Lucio Presta, avrà “Sabato italiano”. Come la canzone di Sergio Caputo, il sabato pomeriggio su RaiUno. Un talk show per famiglie, chiaramente sperimentale.
Pare non vi siano preclusioni da parte di Campo Dall’Orto al ritorno di Michele Santoro sulla seconda Rete Rai. La trattativa è in uno stato avanzato, però non ancora chiusa. L’oggetto dell’interesse Rai sono alcune docu-fiction che il giornalista salernitano sta producendo. E la politica in Rai? La trasmissione della Terza Rete sarà affidata all’ex SkyTg24, Gianluca Semprini, in onda il martedì. E la scelta non ha mancato di spargere contrasti all’interno dei consiglieri Rai. Daria Bignardi non vorrebbe rinunciare del tutto all’ex conduttore: per Giannini è in arrivo una proposta della realizzazione di otto grandi interviste. “Report” e “Presa diretta” passano alla domenica, a completamento di una rivoluzione storica. Palinsesti e conduttori letteralmente rivoltati.
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