La misura è davvero colma! La notizia che il programma di Philippe Daverio che va ancora in onda su Rai3 tra poco sarà seppellito sotto una televisione sciocca e ignorante non è recente, ma non c’è stata un’alzata di scudi per difendere un programma bellissimo, ben costruito, alla portata di tutti, fruibile per qualunque pubblico e legato a noi come italiani perché cerca i simboli e i segni che hanno fatto la nostra storia, segni fatti di pietra, di case, di dipinti e anche di vecchi casolari.
Ora la Rai taglia anche Philippe Daverio e il suo programma d’arte con la motivazione che è troppo costoso. Non costa troppo forse il festival di Sanremo? E la cultura che ne scaturisce a cosa serve? Perché dobbiamo pagare gli abiti delle vallette che fanno le belle statuine e che inutilmente sorridono e incassano compensi faraonici? Perché pagare super ospiti? A chi giova?
La striscia domenicale dedicata all’arte e commentata dal critico Daverio è morta, e programmi discutibili invece sopravvivono, qualcosa non quadra!
Questo splendido programma ha centinaia di migliaia di affezionati suoi seguaci, mentre continuiamo a pagare in RAI le ospitate di soggetti discutibili che litigano e s’accapigliano continuamente tutto il giorno. Dobbiamo dunque dire grazie alla RAI che ci priva dell’ultima trasmissione di cultura. A Philippe Daverio Viale Mazzini ha dato il benservito, adducendo come motivazione che il programma è caro perché realizzato con risorse esterne; e allora le circa venti puntate già prodotte per la prossima stagione le buttiamo via?
Ha ragione Aldo Grasso quando dice che nessuno è sceso in piazza a gridare contro l’oscurantismo, la censura, la libertà di pensiero, ma come si può tacere guardando l’Isola dei famosi piena di disperati aggrappati a una notorietà sfuggita, che rischiano di finire in ospedale per ictus, calcoli, emorroidi, debolezza e intossicazioni alimentari o da insetti? Dobbiamo pagare per una marea di programmi spazzatura e poi ci tolgono Passepartout?
Abbiamo imparato ad apprezzare Philippe per la sua indipendenza, per la sua serietà, per la sua preparazione e per la conoscenza dei fatti che in modo garbato e semplice ci avvicina senza prosopopea. Per anni ha raccontato l’arte e la cultura raccontando la verità, anche quella dell’Unità d’Italia, e non è cosa semplice. Come non lo è segnalare con discrezione il disfacimento del nostro patrimonio archeologico. Ed è per questo che ci siamo affezionati a lui e lo rispettiamo, molto più di altri suoi colleghi sguaiati e maleducati. Allora se va via Daverio, che scompaia Sgarbi, che non si spenda nemmeno un centesimo del servizio pubblico per le sue urla! Che ci ripensi la RAI, o che almeno, La7 o Mediaset prendano in considerazione un’adozione molto, ma molto importante!
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