Marco Travaglio, implacabile come sempre, oggi su "Il Fatto" denuncia l’incredibile vicenda di un attacco immotivato a Virginia Raggi da parte dei grandi giornali: le presunte critiche alla sindaca di Roma da parte del Vaticano e de “L’Osservatore Romano”. Una notiziona, se fosse stata vera. Ma non era vera. E tuttavia tutti i grandi giornali (l’elenco puntiglioso di Marco è sconvolgente) hanno costruito un grande caso, sul nulla. E, nonostante le puntualizzazioni e le smentite del Vaticano, imperturbabilmente hanno continuato a insistere.
Travaglio – con ragioni eccellenti – ravvisa nell’aggressione dei grandi giornali – tutti – un pregiudizio politico, una malafede evidente verso Grillo, Raggi e il loro movimento. Mi permetto di aggiungere: c’è stato anche un pessimo concime. La sciatteria. Molti giornalisti, prima di scatenarsi, non hanno neanche verificato se la notizia fosse vera o no.
Su un versante contrario, anch’io ho commesso la mia pessima sciatteria. Mi sono fidato del coro unanime dei grandi quotidiani e dei telegiornali (e questa fiducia la dice lunga sul potere devastante che i mass media hanno sulle nostre opinioni). Mi sono fidato e anch’io non ho verificato se davvero il Vaticano e l’Osservatore avessero formulato quelle critiche. Con indignazione, ho lanciato un paio di tweet, che ne hanno messo in moto tanti altri. Nel primo, scrivevo che il Vaticano si univa al coro anti-Raggi e voleva darle il colpo di grazia. Nel secondo chiedevo: ma cosa vuole il Vaticano? I miracoli spettano alla Chiesa, non ai grillini, umani che possono commettere errori, ma sono gente onesta, fino a prova contraria; diamogli il tempo di operare.
Nel frattempo, esponenti autorevoli della Chiesa smentivano e dicevano appunto questo: la Raggi ha il pieno diritto di avere un giusto tempo per dimostrare ciò che può e sa fare. E per me è obbligatorio chiedere scusa per la mia irruenza, priva di fondamento. Diciamo così: il Vaticano merita mille critiche, ma non quella che ho frettolosamente espresso
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